giovedì 10 maggio 2012

NIENTE DA FARE

Non c'è verso di comunicare civilmente in questo misero angolo di mondo in cui lavoro.
Non c'è modo di affrontare un argomento di discussione con la persona con cui lavoro perchè mi salta al collo e mi accusa di cose fantomatiche e mi punta il dito contro come neanche il padreterno mi immagino così.
O il suo alter ego.
Le ho chiesto gentilmente, ora, di lasciarmi stare.
"Lasciami stare, chiuso discorso, ho sbagliato io".
"No, perchè tu..."
"Senti, ti ho detto chiudiamola qui. Ho avuto una giornata faticosa, non sto in vena neanche di  risponderti. Basta. Ti ho detto che è colpa mia, hai ragione, non prenderò più certi argomenti con te".
"No perchè a me sai che mi frega di ascoltarti alla fine... Ti avevo chiesto giusto così"
"Buono a sapersi".
Che io chi mi sta ad ascoltare ce l'ho, non mi serve gente in più a casaccio da aggiungere al gruppo di amici tanto per far numero.
La cafoneria è una delle cose che apprezzo di meno, assieme all'ignoranza becera.
Ed in questo caso ricorrono sfortunatamente entrambe.
Ho la testa che mi scoppia, poche ore e male di sonno sulle spalle, gente di merda che ho dovuto affrontare di petto anche stamattina e da sola, parole offensive rivolte senza un perchè al mio indirizzo, querele da stendere, e millemila altri problemi da risolvere.
Basta: tutto questo racchiude un'unica parola il cui senso sfugge a chi non ha un cazzo da fare dalla mattina alla sera, se non far finta di impegnarsi tardivamente e senza speranza in un lavoro per cui non è portato.
A voler essere sincera oltre che cattiva e bassa, come questa persona è, senza alcuna ragione plausibile, con me.


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