domenica 17 giugno 2012

PRECIPITARSI E IMMERGERSI

Non mi viene meglio di così.
Non riesco a tirarmi indietro, mi ci tuffo di testa nelle cose, nei rapporti con le persone.
Anche se va a mio discapito.
Di una vita artificiale, scandita da quello che si deve o non si deve fare, non saprei che farmene.

D'accordo, mi faccio tremendamente male.
Ma poi passa, guarisco, riemergo.
Torno in superficie e mi concedo di fare il morto a galla.
E se galleggio su un mare turchese mi va pure di lusso...
Che non vivo ai tropici, ma il mio piccolo angolo di paradiso ce l'ho davvero a due passi.
E cura ogni malanno.

4 commenti:

ha detto...

bisognerebbe trovare un terzo modo: che noi si vede gli estremi, cioè i "morti viventi", e "quelli che si tuffano di testa". inutile dire che si privilegia il secondo. però dovrebbero essercene anche altri! tutto sta nel trovarli :/

.come.fossi.acqua. ha detto...

pi'... tutto lì... ;-)

AdrianaMeis ha detto...

ti capisco alla perfezione. Il mare è la mia cura, anche per me a due passi.

.come.fossi.acqua. ha detto...

michi, quel galleggiare così, senza troppe pretese, sforzarsi il minimo per tenersi a galla... il mare... precipitare in se stessi e riemergere dando due bracciate per raggiungere la riva... l'azzurro, il sale... cosa c'è di meglio per guarire le ferite, certe volte? :)