lunedì 23 luglio 2012

PERPLESSITA' LEGITTIME

Conosci un tipo.
E' single.
Ti incuriosisce.
Ha qualcosa di attraente, qualcosa di respingente.
Una contraddizione tangibile che non sfugge al sesto senso.
Caruccio, occhi belli, linguaggio forbito, ma non un adone, chiariamoci.
Culturalmente all'altezza però, intellettualmente vivo.
Uno che lavora, non un nullafacente.
Dai modi gentili e cortesi, attenti.
Ed uno a cui piace viaggiare.

Ti lancia qualche occhiata accattivante e pare abbia un minimo interesse.
Sparisce.
Presumibilmente intrallazza già.
Appalesa nuovamente il suo presunto piccolo interesse per te con la tua amica.
Si ripresenta con intraprendenza sotto forma telematica intrattenendosi in comunicazioni cerebrali e invitanti.
E chiedendo spudoratamente di essere invitato nel fine settimana.
Dando poi altrettanto spudoratamente forfait.
Si ripresenta di nuovo, occasionalmente, rinviando il momento in cui rivedersi e lanciando di nuovo il sasso.
E nascondendo abilmente, ma non troppo, la mano.

Un'amica mi ha detto che per lei è stato illuminante il film "La verità è che non gli piaci abbastanza", e ci ho riflettuto sopra, talvolta è davvero così, e ho pensato al fatto che potesse essere questo il caso.
Se qualcosa non accade o viene rinviata ad oltranza ed escono fuori scuse e giustificazioni, è perchè sostanzialmente manca l'interesse ad agire concretamente.

Passa il tempo, continuano gli approcci virtuali, i giochi cerebrali, una tensione virtuale che rasenta quasi quella letteraria dei protagonisti leggiadri e asessuati dei romanzi d'altri tempi.
Altri inviti vengono mancati.
Vicendevolmente.
L'occasione si ripresenta questi giorni.
L'invito gli arriva, nuovamente e a sorpresa, ma non troppo tempestivamente, chè pare brutto passare per l'insistente e l'interessata che non si è, in fondo.
Sprechi un sms decisamente invitante, un po' provocatorio, al quale ricevi dopo circa due ore un sonoro "che peccato, sono altrove".
Beh, non capita tutti i giorni di trovarsi ad un soffio l'uno dall'altro...
L'indomani, questione di ore dopo, lui scrive sul faccialibro che è "qui".
Dove "qui" sembra stare per "mi sono fatto un viaggio e sto a 5 minuti da casa tua, adesso che dici?".
Ma è un'informazione di quelle rese pubblicamente, e non indirizzate specificamente a te.
Tu fai finta di niente, che l'unica cosa che ti viene in mente è che questo tipo dovrebbe far pace con il cervello.
E che se voleva vederti anche solo per un caffè ti telefonava/scriveva/messaggiava per dirti chiaramente: vediamoci.
Mentre invece così pare che sta a fa' un dispetto, o una ripicca.
O un gioco.
Ci sarà rimasto male che l'invito non è stato tempestivo, ma tardivo e un po' sfottente?
Non poteva essere altrimenti, visti i precedenti...
Starà sfottendo per suscitare una reazione?
Sarà vero, soprattutto, che è a due passi da qui?
Sarà matto?
Ti astieni dal mettere un fasullo mi piace per paracularlo, e ti astieni ugualmente da commenti del tipo "ah, vedi, ieri ero io ad essere lì ed oggi tu qui, non riusciamo a beccarci...".
O meglio astenendoti dal formulare l'ennesimo invito che verrà senza dubbio disatteso anche stavolta.
Un invito che dovrebbe servire poi a cosa?
A rinfrancare meramente la sua autostima?
E allora vale la pena di essere uno strumento da piegare all'autostima altrui?
Sarà che non gli piaci abbastanza?
Sarà ansia da prestazione?
Sarà follia?
Sarà che preferisce intrattenersi virtualmente piuttosto che dal vivo?
Sarà che sei tu che ti stai facendo pippe mentali per uno per cui non vale nemmeno la pena sprecare questo post, a 'sto punto?
Sarà che quando vuoi qualcosa te la prendi senza troppi giri di parole e tutto questo non essere diretti, queste complicazioni artificiose ti disturbano da morire?
Mah.
Intanto quel "io sono qui" rimasto senza alcuna risposta è magicamente sparito dal faccialibro...

2 commenti:

Bri ha detto...

perplessità più che legittime ;-)

.come.fossi.acqua. ha detto...

bri, e meno male, che ogni tanto penso che sono io quella che è uscita completamente fuori di testa ;-)