lunedì 25 agosto 2014

DISTACCO PRODUTTIVO



Di nuovo, l'operazione malefica di distacco ha sortito ulteriori effetti.
La cosa bella è che certi effetti, per quanto desiderati, non li so gestire.
Mi inibisco.
La luce del riflettore puntata addosso la tollero poco e male, e nel giro di un attimo avverto la stessa pressione che cagiona l'essere accecati dal faro usato nei noti interrogatori da film.
Il che mi induce a scappare via.

Appena arrivo a capire vagamente cosa voglio, capisco che non è realmente ciò che voglio.
E ciò che sicuramente non voglio è trovarmi invischiata in certe dinamiche destabilizzanti.
Non voglio passare il tempo a riflettere sulle cose non dette altrui.
O su quelle dette non si sa per quale motivo.

E ieri, e stanotte, alla fine, è uscita fuori una vena polemica che non volevo.
Non volevo, non volevo.
Assolutissimamente.
Non voglio nemmeno oggi.
E invece continuo a scrivere e cancellare un messaggio demente che non so se voglio inviare.
E per fortuna che la persona in questione non si è connessa sennò mi sgamava l'indecisione.
Perchè che c'è qualcosa che non va, che non torna, quello si è capito.
Credo però non si sia capito bene.
Non l'ho capito nemmeno io.
Non capisco quale sia realmente il punto dolente.
Se sia un punto dolente, o non lo sia affatto.
Certi giorni mi sveglio e penso che se non pensassi a nulla, se non al farmi un caffè e con chi scendere al mare, sarebbe decisamente meglio.
E invece barcollo indecisa tra ciò che vorrei fare e ciò che devo impormi di dare a vedere.
Magari allevio la tortura psicologica con un bagno a mare...

E alla centesima cancellazione, il messaggio, ho deciso, non partirà mai.






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