lunedì 15 dicembre 2014

I DELIRI DELL'ANZIANO COLLEGA


Mi chiama in orario aperitivo.
Se non fosse che a quell'ora sto ancora a lavoro sarebbe anche simpatico starlo ad ascoltare, ma le telefonate si svolgono piú o meno in questi termini:


"C., buonasera, come sta?"
"Bene, lei?", continuando a ticchettare assorta sul pc.
"Volevo aggiornarla sulle ultime vicende..."
"Che succede?"
"Posso parlare?"
Ecco, non ho mai cuore di dirgli di no, anche se ho da fare, quindi finisco per acconsentire ogni volta.
Da qui parte il delirio ed io stacco la spina.
"Il consiglio comunale bla bla bla, il sindaco bla bla bla, perché l'assessore ha detto bla bla bla, ed io credo che tutto questo bla bla bla sia un enorme bla bla bla. HO RAGIONE?"
"Certo..."
"E quindi, secondo te, quando la buonanima di Tizio diceva bla bla bla, nel 1860, quando giocavamo insieme con arco e frecce in campagna insieme ai bla bla bla, ha detto un bla bla bla giusto? Eh?"
"Giustissimo!", continuando imperterrita il mio tictictic sulla tastiera.
"Perché poi monsignor Pinco Pallo e il vescovo e Babbo Natale e chi piú ne ha piú ne metta, anche loro bla bla bla, in questa situazione che é bla bla bla. Una vergogna! Concordi?"
"Lei ha proprio ragione..." (tictictictic...).
"Dobbiamo fare qualcosa tutti insieme contro questa situazione, perché bla bla bla!"
"Conti pure su di me", risponde l'eversiva a prescindere che é in me.
"Allora domani passo e ti omaggio di persona del solito giornale locale sul quale scrivo!".
"Perfetto, mi trova qui. A domani!"


Domani avrò da lavorare uguale, ma sono convinta che l'altro collega non vede l'ora di essere aggiornato sulle questioni che mi sono sorbita oggi telefonicamente.

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