giovedì 29 gennaio 2015

L'OSSO



L'osso é ancora nella mia bocca.
E me lo gusto finché é in mio potere farlo.
La mano ladra si é ferita perché poco avveduta.


Fa parte del gioco nel quale sono stata trascinata controvoglia e con la zavorra, e dal quale devo - imperativo morale, mica cazzi - uscire fieramente vincitrice.


Di nuovo, il rumore del silenzio.
Quello degli altri quando apro bocca, sul lavoro.
Questa cosa mi gratifica.
E mi ripaga in parte dei sacrifici fatti.
E non mi serve nemmeno alzare la voce o scollacciarmi per catturare l'attenzione.
Me la vinco facile a calpestare e zittire i ciucci raccomandati e analfabeti.





4 commenti:

Apprendista Nocchiero ha detto...

Le tue parole sono sempre ricche di possibili interpretaziuoni e per quanto io mi sforzi so che ogni mia teoria si rivelerà immancabilmente inesatta o incompleta.

E questo mi piace.

Sembra che abbiano cercato di rubarti l'osso dal piatto e che chi ci abbia provato sia stato punito.

.come.fossi.acqua. ha detto...

... Ci sono piú livelli di letture.
Tento di scrivere i fatti per quello che sono, ma mi rendo conto che mi si trasformano sotto le mani.
Sino a diventare metafore e chiavi di lettura ulteriori.

E grazie, allora...

Mi hanno fatto un torto, se cosí puó dirsi.
Abbastanza di piú che un torto.
Non mi daró pace finché non restituiró con tutta la forza che ho il colpo.
Quintuplicato, naturalmente.
Me lo sarei lasciato scivolare addosso, se non avessero insistito.
E di fronte all'insistenza altrui, all'irragionevolezza, alla presunzione di vincere, cosa fai, non alzi la testa? ;-)

Apprendista Nocchiero ha detto...

"Qualunque sia il torto io ve lo renderò sette volte" diceva un amico.

La testa si tiene sempre alta, perché non ci si deve sentir secondi a nessuno.

.come.fossi.acqua. ha detto...

Pensavano di schiacciarmi.
Non ci sono riusciti.
Cosa altro aggiungere ;-)