sabato 21 febbraio 2015

LEZIONI DI CHITARRA



Ho incontrato degli amici, ieri.
Mi hanno chiesto di dar loro lezioni di chitarra, che da soli non si sentono incentivati, e con me invece...


Non posso.
Non conosco la musica.
Sono un'autodidatta.
Ho un rapporto fisico e mentale con cassa, corde, suono.
Una cosa mia che non sono in grado di spiegare o tradurre.
Produco rumore che agli altri sembra musica, che per me é il rumore di una parte di quello che ho dentro, cui riesco a dare voce cosí.


E stasera mi hanno proposto di andare in un posto nuovo, di amici di amici, che magari a fine serata suoniamo.


Perché no.


É oltre un mese che non tocco le corde, le mie mani sono di nuovo gentili.
É piú di un mese che non canto, che non mi libero.
Devo far scoppiare la bolla di sapone che mi sono soffiata intorno e nella quale mi sono barricata.
Quasi potesse resistere alle intemperie emotive che mi si stanno scaricando addosso.
É ovvio come non possa resistere nemmeno ad un soffio di vento.




Ho imparato a scrivere con questa scrittura nuova sul cellulare.
Sembra quasi di dipingere.
Traccio una linea e catturo ogni lettera che mi occorre, osservando le parole che appaiono come le ho piú o meno immaginate sulla tastiera.
Sono presa da questo piccolo incantesimo tecnologico.
Sono diventata rapidissima.







C'é qualcosa che mi sta premendo dentro ed é tanto che ci rifletto.
É troppo.


Se ci si aspetta da me un sano divertimento, se sono un giocattolo, allora forse é il caso di giocare un po'.
Le regressioni nelle quali incorro comunque ne sono la dimostrazione, che non serve a nulla ritrarsi ostinatamente di fronte a certe cose.
E allora é bene che mi diverta.
A modo mio, peró.
Giusto per dare un assaggio a qualcuno di cosa significhi "divertirsi" sul serio, senza pietá.
Perché ne ho piene le palle delle pagliacciate.











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