lunedì 16 febbraio 2015

SEI BELLA PERCHÉ NON FINGI





Cominciare la settimana con un complimento del genere, appena aperti gli occhi nel letto, dopo tutte le attenzioni ricevute nel week end da insospettabili, amici, e nuove conoscenze, ed altri magnifici e inaspettati complimenti, mi mette di buonumore.
"Mi affascina sempre sentire cosa pensi delle cose" e "avrei mancato volentieri ai miei doveri per folleggiare con te, ma ho tenuto fede agli impegni perché mi hai fatto riflettere su quanto fosse importante rispettarli" sono altre due cosine che mi ha fatto piacere sentire.
É a dir poco gratificante ricevere attenzioni, e guadagnare onestamente la stima delle persone, non c'é nulla da fare.





Distaccarmi da certe vecchie compagnie che mi sottraevano energie, e tempo e affetti, senza riceverne alcun tipo di apprezzamento sincero in cambio, ma anzi, mi ha fatto solo bene.


La valle di rimorsi e rimpianti altrui che mi sono lasciata alle spalle mi interessa poco, e nondimeno mi fa sorridere.


Saró un po' stronza, ma credo se lo siano meritato tutto.
E la certezza di avere perso la mia amicizia irrimediabilmente, e di tutto quanto vi fosse correlato, si rinnova ogni volta che ci incontriamo per caso in giro per locali o in strada.
Senza contare che me lo hanno detto di persona o me l'hanno mandato a dire, piú e piú volte, di quanto manchi la mia presenza tra di loro.


Benedico il giorno in cui ho dato un taglio netto, e quelli successivi in cui ho resistito alle lusinghe dei facili ritorni.


Se sono una pecora arcobaleno (un tempo avrei detto nera, ma il monocromo lo trovo seriamente riduttivo), che senso avrebbe tingermi di bianco?
Per confondermi con gli altri?
Mi si noterebbe ugualmente.




Ieri sera abbiamo "arrevotato" un locale.
La traduzione, in italiano, é approssimativamente "rivoltare", o "capovolgere".


Le mie vecchie compagnie hanno cercato vistosamente di aggregarsi alle mie nuove compagnie.
Incluse persone che non mi possono vedere e che non tollero, e questo mi fa senso e raccapriccio.
Cosa non farebbero, certi, pur di guadagnare un momento di visibilitá, o partecipare al gruppo che fa casino.
La miseria di qualcuno é tale che non sopporto la venga a sottoporre forzosamente alla mia vista.
E non lo nascondo.
Sono fottutamente sincera.
E se mi vengono a rompere le scatole e a pararsi davanti, non possono lamentarsi o dire nulla se li prendo e li scanso fisicamente, o faccio gruppo con chi dico io e li estrometto.
Ci metto tre secondi.
Tre.


É una lotta impari, la loro contro di me, ma non l'ho scelto io, se la sono cercata.


Non mi sono mai mossa in gruppo per farmi forza, non ne ho bisogno.
Sono io il mio gruppo.
E ci metto tre secondi a creare aggregazioni spontanee, all'occorrenza.
Tre.


Potrei farne un lavoro.


Detto ció, avrei altre cose da raccontare di questi giorni appena trascorsi.
Davvero troppa roba.
Ci vorrebbe un'altro blog.
Un'altra vita pure.
Ma anche due.
Ma sono belle pure le mille mila vite che sto vivendo in questa.


"Ma... Come fai ad essere qui stasera? Ho visto su fb che eri dall'altra parte dell'Italia!"
"Ho il dono dell'ubiquitá..."
"No, serio, come diamine hai fatto?"
"Ho viaggiato in tempi record!"
Potevo giocarmela con il teletrasporto.
Fare la faccia seria e professionale, e dare a bere di avere approfittato di un canale spazio temporale, una roba top secret.


Del resto a carnevale ogni scherzo vale...

















2 commenti:

sara-sky ha detto...

"io sono il mio gruppo" mi piace! :)

.come.fossi.acqua. ha detto...

Anche a me.
Soprattutto perché é vero! ;-)