lunedì 9 febbraio 2015

SERVITE SU PIATTI PLACCATI D'ARGENTO



Ha smesso di farsi sentire quando ho intrapreso una mezza relazione con un amico in comune.


Mi chiama oggi.


Io non lo so se lui sa.


Certo, la coincidenza é strana.


Il modo in cui mi chiede come sto - sará la mia coda di paglia - mi lascia sospettare che sappia qualcosa.




C'é sempre stata una sorta di simpatia.
Piú fisica che intellettuale, da parte mia.
Intellettualmente non l'ho mai avvertito come un mio pari.
Senza scadere in discorsi presuntuosi del cavolo, non mi sento la regina d'Inghilterra, ma tutte le volte che abbiamo avuto a che fare l'uno con l'altro per ragioni di lavoro o studio, non ha mai retto il confronto.
E questa cosa, sulla quale non riesco a soprassedere, ha sempre costituito un limite nell'approcciarmi in modo diverso a lui.


Mi ha detto di farmi sentire, quando passo dalle sue parti.
E il pensiero malsano del momento é di cogliere l'occasione per incontrarlo anche solo per un caffé.


Ché dica a quello stronzo che mi ha vista.
Che sono passata di lí e ho preferito vedere lui.


E non ci sarei arrivata, a questo, perché non mi appartiene.
Ma tant'é.




Ho bisogno di rimetterlo a posto a modo mio.
La spavalderia che mi usa quando mi incontra in giro, se la deve cacciare dove non batte il sole.









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