martedì 24 marzo 2015

IN FACOLTÁ



Sono uscita tardi da lavoro, stamattina, che volevo solo andare a casa.
Mi ero ripromessa, peró, di passare per l'università a prendere informazioni per un corso di laurea.
Ebbene, l'ho fatto.
Avevano chiuso, già, ma gli uffici chiusi non mi fermano, salvo rarissimi casi.
Casi, questi ultimi, nei quali nessuna persuasione, nessuna cordialitá, nessuna dialettica attaccano.
In genere, lo ammetto, peró, non ho problemi e non mi serve di insistere molto.




La laurea vecchio ordinamento mi consente di prendere lauree biennali un po' in quello che voglio.
Gli ulteriori titoli universitari che ho conseguito negli anni, invece, mi consentono un abbattimento sulla durata e sugli esami da fare.
Con la possibilità, volendo iscrivermi a settembre, di anticiparmi, in qualche modo, sin da ora, nello studio.


Si tratta di un corso di studi, quello che sto valutando, che si terrá in lingua inglese, peraltro.


E, cosa alquanto fantasmagorica, pagherei le tasse in base al reddito e non maggiorate all'ennesima potenza perché non é la prima laurea.


A breve torneró in facoltá, orari di lavoro permettendo, per fare una chiacchierata con il coordinatore, e affacciarmi in qualche aula dove si tiene lezione.


Non so se riuscirò davvero in questa cosa, ci sono diverse incognite e dubbi che devo sciogliere prima di iscrivermi.


Stavo valutando di prepararmi un paio di esami per la sessione estiva, e poi rinviare la decisione finale a settembre.


Non so fino a che punto ho voglia di prendere un impegno di studio per oltre un anno.
Poi penso che studio sempre.
Che sono allenata.
Che ce la posso fare.


E quindi credo che proveró come ho pensato, salvo ripensamenti e imprevisti che pure metto a calcolo per settembre.


Male che va, cosa ho da perdere?