lunedì 20 aprile 2015

AVANTI E INDIETRO



Alto, il viso pulito da ragazzo, un taglio particolare degli occhi, espressivi ed alteri, vestito casual.



Delle mani molto belle, percorse da un reticolo di poderose vene in rilievo, forme armoniose e proporzionate, le dita assorte in un movimento delicato e gentile.


Sembrava essersi buttato in ritardo giú dal letto, l'aria vagamente assonnata.


Per circa due ore mi é passato accanto, poi di nuovo, poi ha stazionato vicino a me, poi é andato e tornato, poi avanti e indietro per il corridoio, guardandomi ogni volta, come se mi cercasse.


Non ci ho dato molto peso.


Dal canto mio, non ho quasi piú voglia nemmeno di scambiare una parola, di un approccio, o di prestarmi ad una conoscenza.


Tengo al guinzaglio la socievolezza.


Non ho voglia che sia di nuovo deludente, come con chiunque abbia conosciuto negli ultimi tre anni.


Perché se la scelta deludente, ad un certo punto, é dipesa da me, o dipende da un certo atteggiamento, allora é bene che me ne stia un attimo ferma.


Se sono io ad essere inadeguata rispetto a certi standard diffusi, voglio riservare la mia compagnia esclusivamente a chi soffre del mio stesso disagio.
Quando ho voglia io.
Ed ora non ho voglia di alcun tipo di compagnia.


Ho anche un'ottima scusa, in questo periodo.
Una scusa, per l'appunto.
Una giustificazione che non può reggere che nell'istante in cui è formulata.


E tanto vale.
O qualcosa di più.
No, più probabile che valga qualcosa di meno.


Oggi cercavo un volo a/r in giornata per andare a fare un bagno su un'isola greca, questo sabato.
Da sola.


Chiunque legga potrebbe pensare che non sto bene.


E avrebbe ragione.


Non sto bene.


Ultimamente peggio.


Quindi a rigor di logica potrei solo star meglio, il che mi consola.


Il mare della Grecia mi é parso un'ottima cura.
Cosí come il fatto di sentire, di questi periodi, parlare una lingua che comprendo in parte solo per iscritto.


Comincio ad essere insofferente alla ricezione di parole altrui, ma continuo ad espellere parole su parole.


Parole inutili ed egocentriche, che cercano spazio senza concederne.




















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