martedì 14 aprile 2015

LA FUNZIONE RIEDUCATIVA DI CERTI RIMPROVERI



Al lavoro, prendo una cosa per leggerla.
"Ehm, scusa, mi serve...".
La rendo con il sorriso.
La riprendo quando ha finito e "Scusami, devo un attimo controllare una cosa...".
"Tieni, é tutto tuo", dico.
Questo gioco é andato avanti per una decina di volte.


Alla fine, si é scollato dalla sedia e mi ha offerto gentilmente di sedermi.


La regola non scritta, quotidianamente infranta dai cafoni, dovrebbe essere nel senso che il posto ad una donna si cede subito, non dopo avere riposato per primi le chiappe!


Detto ció, ho detto che mi sarei seduta volentieri, e ho preso posto.


Riprendo il foglio e "certo che ti sei proprio innamorata di questo foglio se vuoi leggerlo tante volte!".
"L'avrei letto se non me l'avessi tolto da sotto tutte le volte. Capisco che gentilezza e cavalleria non esistono piú, ma ogni tanto non guasterebbero", con il sorriso.


Puoi tentare quanto vuoi di distrarre la mia attenzione da un particolare cruciale, mi ti inculo lo stesso, alla fine, e con piú gusto.


"Eh, vabbè, adesso... Non é questione di cavalleria! Non serve fare questi rimproveri!" dice, incontrando un sorriso e il mio silenzio.


Dopo averci riflettuto per una discreta manciata di minuti, ha visto che cercavo invano una penna e mi ha offerto la sua con estrema solerzia.


"Hai visto l'effetto rieducativo del rimprovero? Ti sei corretto immediatamente alla prima occasione utile", sorridendogli, e trovando la penna nella borsa, nel frattempo.


Da donna, sul serio, non ho bisogno di alcun aiuto, ma la gentilezza prescinde dall'utilitá e dal bisogno.


Ed é sempre gradita.