lunedì 25 maggio 2015
LA RISPOSTACCIA
Al lavoro, un personaggio investito di parecchia autorità si concede bellamente di perculare chiunque gli si pari davanti.
Nessuno si azzarda mai a rispondergli.
Tutti stanno al gioco.
'Na manica di leccaculo, insomma.
Io mi limito a farmi scivolare addosso certi modi di scherzare, ma li trovo talvolta non adeguati al contesto.
Mi sforzo di mantenere un certo tipo di contegno, sul lavoro, anche se è un mondo che si è guastato.
Ci tengo, e lavoro come ritengo, ovvero con serietà.
Stamattina, mentre gli dico che c'è una questione di cui dovrebbe occuparsi un ufficio, mi risponde sarcastico se sia convinta che se ne debba occupare proprio quell'ufficio e non invece il bar.
Lo ammetto, mi hanno fermata i carabinieri mentre andavo al lavoro, la gola è fuori uso causa fioriture varie sul percorso che faccio quotidianamente, emotivamente sono una mina vagante, e ultimamente ho accumulato un po' di ragioni che sostengono una certa irritabilità.
Gli ho risposto con un tono autoritario che se riteneva dovesse occuparsene il bar invece che l'ufficio deputato - del resto i bar di questi tempi lavorano con piú scrupolo - di decidere di conseguenza.
Silenzio.
Lui.
Tutti.
Gelo.
Cazzo.
Devo murarmi viva in casa finché non rientro in me.
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4 commenti:
solidarietà.
Io ci casco spesso. E per quei 30 s di gloria e soddisfazione, pago sempre pegno. Sempre
Io stavo pensando di scusarmi.
Sono stata fuori luogo.
Sono fuori di me questi giorni.
Alla fine ha fatto solo una battuta, per quanto stupida.
non conosco abbastanza la situazione...se lo pensi, magari fallo. Non risolve, ma è un gesto notevole. A volte l'ho fatto.
È un atto dovuto quando si sbaglia.
Mi sono sentita mortificata.
E se ci penso mi ci sento ancora... :(
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