mercoledì 3 giugno 2015

AGRUMI E ALBICOCCHE





Sono stata in campagna con nonno, a fare limoni.
Quella era l'idea iniziale.
Non so mangiare la bistecca al sangue senza limone, proprio non mi scende.
Ho portato a casa anche arance per la spremuta ed albicocche dolcissime.
Un rametto di fiori rossi, pure, che ho messo sul tavolo in cucina in un vasino di vetro che sembra un'ampolla per pozioni alchemiche.
A distanza di un giorno, quel ciuffo di colore intenso che spunta sul tavolo bianco ha riempito la stanza di vita.






"Guarda quel grappolo di albicocche su quel ramo! Prendi quelle", con fare da direttore dei lavori.
"E come ci arrivo? È in alto!", replico nel mio vestitino del giorno di festa.
"Allunga il braccio!", mi fa.
Ho preso una sedia e ci sono salita sopra perché se mi fossi arrampicata fin lì il ramo debole e sottile avrebbe ceduto.
Ed io con lui.
E mio nonno avrebbe riso fino a sentirsi male.
Ed io mi sarei dovuta alzare da sola per accompagnarlo all'ospedale e passare il due di giugno al pronto soccorso non è che mi andasse...


Mentre tendevo la mano verso le albicocche rosse immerse nella luce del sole, tra le foglie brillanti, ho ripensato al giorno precedente.
Al tipo che non ho visto il giorno, perchè aveva di meglio da fare, e che ho incontrato per caso di sera affaccendato a tessere relazioni sociali con gli amici con cui era sceso e con due donnine molto carine, di quelle che tra capelli, trucco, vestito, avranno speso almeno due ore di preparativi e prove davanti allo specchio.
Il genere di donna che appena il giorno prima diceva di trovare noiosa.


E quindi la percezione che certe parole vengano dette solo per raggiungere risultati nell'immediato, viene confermata dalla contraddittorietà dei fatti che seguono.


Per questo non posso che essere drastica e tagliare.
Mi ha dato così tanto l'impressione di essere l'ennesimo che spara nel mucchio, incapace di corteggiare una singola donna, ma flirtando con tutte quelle disponibili, lasciando che sia il caso a decidere con chi approfondire i rapporti.
O una sbornia.
No, non fa per me.


Io ne voglio scegliere uno - ed essere scelta da uno - e da sobria.


Sono scesa dalla sedia intera, con un bottino di fragranti albicocche tra le mani.
Ho qualche graffio sulle braccia, e le zanzare pure ci hanno dato dentro.
I capelli, ho deciso, non li taglio più.
Li faccio crescere ad oltranza questa estate.
Biondi e hippie e con i fiori in mezzo.
















2 commenti:

sara-sky ha detto...

continuo a pensare che scegliamo male....
Io sono in attesa di un passo, una proposta del tipo che mi interessa.
Inizio a pensare di aver fatto qualcosa di sbagliato. Eppure domenica si è allungato per salutarmi. Uffffffff

.come.fossi.acqua. ha detto...

Mandagli tu un messaggio magari ;-)

Forse scegliamo male noi, forse la scelta non può essere migliore di così considerato quel che c'è in giro...