lunedì 15 giugno 2015

DOMANDE INSULSE E INCONTRI PURE





Quando vado al lavoro incontro abbastanza spesso un tipo molto alto, sempre vestito in modo molto serio, e estremamente serio pure lui, carino, fa il mio stesso lavoro.
Ogni volta che ci incrociamo, lo becco ad osservarmi.
Distoglie immediatamente lo sguardo, quasi imbarazzato, quando me ne accorgo.
Lo vedo che mi cerca con gli occhi tra la gente, e mi sono anche chiesta se non mi abbia scambiata per un'altra che conosce.
Mi osserva da mesi, ormai.


Stamattina mi ha rivolto per la prima volta la parola, dopo qualche manovra tattica di avvicinamento.


Domanda insulsa.
Di quelle che proprio non c'è una scusa migliore per attaccare bottone.
Rispondo.
Reitera domanda insulsa.
Reitero risposta.
Dice altre cose insulse, rispondo con educazione.


Non avevo prelevato e non avevo due spicci per pagarmi un caffè.
Ho sperato me lo offrisse.
Nulla.
Lo so, sono pessima.
Però cavolo, un caffé!
Si devono chiedere queste cose?


Meglio le conversazioni insulse?
Diamine!
Non è meglio fare colazione?
Un cornetto al cioccolato?
A stomaco pieno si discute meglio anche di cose insulse.


No.
Niente.
"Posso offrirti un caffè?" é una domanda di una difficoltá atroce.
Non "prendiamoci un caffé", non "mi devi un caffè", ma "posso (chiedo permesso con educazione) offrirti (non te lo devi pagare tu, non si verificheranno equivoci e imbarazzi di sorta davanti la cassa, faccio io) un (fottutissimo) caffé?".


Robe difficili.
Troppi traumi infantili e amorosi precludono gesti così plateali.


Un caffé, del resto, potrebbe essere troppo impegnativo per chi è abituato a ripetere a manetta "ma io voglio solo divertirmi".
Una frase masticata come un chewingum prima di essere attaccato sotto il banchetto della scuola elementare.


Un caffè, vuoi mettere, ed il tempo che richiede, come lo gestisci?


É troppo problematico.


Meglio osservarsi da lontano e aspettare che "santo caso" faccia qualcosa per incrociare le rispettive esistenze.


Il libero arbitrio deve morire ammazzato.
Troppo rischioso esporsi e rischiarsela.




È un mondo di traumatizzati.





















7 commenti:

Coinquilin* ha detto...

a me viene in mente una citazione cinefila:

Che stupidi che siamo: quanti inviti respinti, quante parole non dette, quanti sguardi non ricambiati. A volte la vita ci scorre davanti e noi non ce ne accorgiamo nemmeno!

.come.fossi.acqua. ha detto...



Molte persone si sentono gratificate dallo sfiorare asetticamente la vita.

Forse si aspettava che un caffé glielo proponessi io.

La verità è che non avendo spicci né possibilità di prelevare nei 10 minuti scarsi a disposizione, sono dovuta rimanere senza caffé.

'na disgrazia mica da poco!

sara-sky ha detto...

secondo me lasciarci senza caffè è un reato grave, gravissimo.
Però casomai dovesse riavvicinarsi, io proverei a capire che vuole e perché fa così.
Io cmq sono sempre un passo avanti....un tizio visto 3 volte per un caffè, mi ha invitata con lui a parigi, per il we del 2 giugno. No dico, non dovrebbe accadere qualcosa prima?! :D
e poi ha sottolineato "prendiamo una stanza con due letti singoli!"

.come.fossi.acqua. ha detto...



Sara, se si avvicina di nuovo spero riesca a dire qualcosa di interessante.
Altrimenti preferisco non si avvicini affatto.

Sul tipo della stanza con i letti singoli mi sembra davvero superfluo scrivere.

Se ti va di fartici un giro, se ne vale la pena, perché no.

Sai giá, comunque, a cosa vai incontro... ;-)

Coinquilin* ha detto...

@Sara: midiochecadutadistile :-(, io avrei accettato pretendendo camere separate!

Coinquilin* ha detto...

@come fossi acqua: da tempo io ho deciso che preferisco avere dei rimorsi piuttosto che dei rimpianti. Anche perchè di questi ne ho già abbastanza

sara-sky ha detto...

ehm...temo di aver dimenticato il dettaglio che l'unico sentimento che mi sucita è la tenerezza, e oltretutto mi arriva alla spalla. Per certe proposte ci vuole fisico e carisma, e a lui mancano!