mercoledì 17 giugno 2015

E MI FA QUASI TENEREZZA, MA NON ALTRO



Sono andata in guerra.
E quando vado in guerra ci vado figherrima e dura come mai.


Vedo il tipo che mi ha approcciato qualche giorno fa spuntare sulla soglia della porta.


Mi guarda, mi riconosce, mi fissa.
Lo guardo distrattamente volando oltre.
Non mi saluta.


Dopo poco mi viene vicino.
Alzo gli occhi, lui silenzioso mi stava fissando.


"Ciao", dico.
"Oh, ciao", facendo il vago.
Segue domanda insulsa.
E la mia risposta cortese.


Mi si siede a un soffio.
Mi dedico alle mie cose mentre lui si dedica alle sue.
Resto assorta nel lavoro come se fossi in trance.
È la guerra, comporta la focalizzazione di ogni energia per l'obiettivo ultimo della sopravvivenza.
Ed io devo sopravvivere.
Mors tua vita mea.


Riapro gli occhi nel mondo reale e lo noto che mi sta sbirciando.
Faccio finta di nulla e riprendo a dedicarmi al mio lavoro.


Mi alzo, e dopo poco mi raggiunge, uscendosene con altra domanda insulsa.


Rispondo tranquilla.


Capisco che il lavoro possa fornire appigli validi per intraprendere una conversazione, ma io adoro l'estro.


Va bene attaccare bottone con una stupidata, ma poi sono io che devo dare la svolta, fare una battuta, rompere il ghiaccio?


Mi piace quando qualcuno mi sorprende con una conversazione brillante, tenuta con un tono di voce suadente.


Alla voce del tipo non ho fatto nemmeno caso, non la ricordo.


Questo modo di fare mi fa quasi tenerezza.


E la tenerezza non si concilia esattamente con altri tipi di emozioni che tendo a provare piacevolmente per un uomo che mi interessa.









3 commenti:

Kanachan ha detto...

questi uomini che non prendono una cavolo di iniziativa.... arghhh!!!! ma dove è finita la loro spina dorsale?!!?

.come.fossi.acqua. ha detto...


Ce la siamo trapiantata noialtre...

Kanachan ha detto...

mi sa proprio infatti...