lunedì 29 giugno 2015

MIO PADRE TI ADORA





Che siano i papá di amici o amiche non fa differenza, mi prendono in simpatia.
"Ve l'ho detto che vado forte con la fascia dei cinquantenni con famiglia...", prendendoli in giro, quando, puntualmente, vengono a riferirmi di come ho impressionato positivamente i loro genitori.


Ieri sera abbiamo chiacchierato tanto e di tante cose.
Una serata incantevole.
Sto bene con me stessa, a mio agio anche nelle situazioni piú particolari.
Mi diverte mettermi alla prova.
Adoro comunicare.
Questa passione é diventata, giorno dopo giorno, il fulcro attorno al quale ruota tutto il resto.
Mentre conversavo, a tavola, pensavo alla libertá che mi consente l'essere sola e non in coppia.
Ho immaginato le caratteristiche di un uomo, oggi, che potrei mettermi accanto.
Assolutamente non un musone, di quelli che si mettono in disparte o restano in silenzio.
Non uno che mi stia addosso e mi soffochi, che sviluppi una dipendenza morbosa e non tolleri che possa avere contatti umani con altri esseri o che possa mantenere le mie amicizie.
Non mi è mai successo, in ogni caso, di stringere con gente del genere.
Comunque, l'ho immaginato come me, un tipo che si mette in gioco e chiacchiera, e si intrattiene con le persone, spontaneamente socievole, aggregante.
Ho pensato che al momento non c'è nessuno del genere al mio fianco, e che, certamente, potrei scegliere di castigarmi con qualcuno a caso per sistemarmi, ma sono fisime che non ho mai avuto.
Mi sono venute in mente due tipe che conosco che recentemente sono convolate a nozze con i compagni.
Io nemmeno se mi pagano riuscirei a scegliere di sposarmi e\o fare figli perchè ho superato i trenta e la lancetta dell'orologio biologico scorre.
Certi ragionamenti continuano a farmi rabbrividire.
E certe manovre altrui pure.
Perchè conosco bene tutto quello che c'è sotto e ne ho profonda pena.


Per me l'amore è l'equivalente di una passione incontenibile, non l'epitaffio sulla tomba dei sensi nel cimitero delle convenzioni sociali.


E quindi resto singola, ancora.
E chissá per quanto ancora.













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