mercoledì 30 settembre 2015

DAVANTI A UNA BIRRA


C'è che sono in attesa, gli ho detto.
Mi sto trastullando beatamente con questa spada di Damocle che pende sulla mia testolina.
E ho questa stanchezza fisica che è snervante.
Dice che è normale, dopo l'intervento, che sono ancora in fase post operatoria, e di non preoccuparmi.
E che c'è qualcosa che mi turba che non è solo la stanchezza fisica.
E' vero.
E gli ho spiegato quali sono le due questioni esistenziali sulle quali mi sto arrovellando da un po'.
Non sono cose di cui posso parlare con chiunque e di cui non mi sento nemmeno di scriverne qui, se non velatamente.

Con lui mi sento al riparo da giudizi e consigli non richiesti, e il suo modo di parlare mi calma, mi tranquillizza, mi riporta alla ragione e mi prospetta altre ragioni da utilizzare come termini di paragone.

Mi ha chiesto della totale.
Suo padre ha fatto una spinale da poco.
Mi ha chiesto se ho sognato, se ho sentito qualcosa, ma io non ho sentito nulla.
Mi sono addormentata immediatamente, mentre il liquido cominciava ad irradiarsi nel braccio, e mi sono risvegliata già perfettamente cosciente e lucida.
In mezzo, il nulla.
Una voragine silenziosa ed incosciente di niente.
Anche questo mi ha portato a riflettere su quella che è la personalità che ho sviluppato nel tempo, e le convinzioni che la corredano e la supportano.
Gli ho detto che se non ho visto la luce e non ho visto persone care che sono morte, è perchè probabilmente non sono destinata al paradiso.
Nel contempo, non faceva caldo e non ho visto fiamme, quindi nemmeno l'inferno mi avrà.
Ho chiuso gli occhi ed ero a temperatura ambiente, perchè non avevo nè freddo nè caldo, non ho sentito nulla, nessun rumore, non mi sono mossa, non ho parlato, era tutto nero.
Che sia il limbo, il non luogo in cui dovrò sostare in caso di morte?
Io non credo ci sia qualcosa, dopo la morte.
E ho riflettuto sul fatto che chi invece crede ci sia qualcosa, potrebbe in questi casi, come in altri, suggestionarsi, e vedere cose che non esistono, sognare.
Quanto è radicata l'assenza di fede, in me, da non condurmi neanche nella dimensione onirica a sognare l'eventualità di un post mortem?
E non potrebbe questa convinzione essere, invece, talmente radicata da indurmi ad una suggestione tale che mi impedisca di immaginare che ci sia qualcosa oltre la morte, tale da consentirmi di immaginare solo l'assenza di qualsiasi dimensione, il buio ed il silenzio?

Certo, non sono discorsi allegri da prendere davanti ad una birra, ma mi ha chiesto lui di parlargliene, e le parole sono uscite a ruota libera.

Come sempre.

Mi turba il modo in cui la gente mi guarda, talvolta, mentre parlo.

Mi turba perchè non ho il pieno controllo su quel che dico, perchè mi espongo senza scegliere di farlo, perchè non conosco altre vie.

Ed anche la scrittura è un esempio lampante di ciò che vuol dire esporsi senza badare troppo alle formalità del caso, senza il rigore che impone la volontà di rendere l'esatta immagine di sè che si ha in testa di mostrare agli altri.
Quella ripulita dai difetti dei quali si prende coscienza, o di cui si ha intimamente vergogna di esibire al mondo.
Quella artefatta che non corrisponde a realtà e nella quale ciascuno cerca di ingabbiarsi, credendo ingenuamente che la sovrastruttura sia più attraente della struttura di base sottostante.

Per chi poi?

Sono uscita fuori tema.

Stasera me lo concedo.

Del resto sono io che stabilisco la traccia di base, sulla quale ho piena libertà di apportare modifiche in ogni momento.



9 commenti:

Cherry Black ha detto...

mi ritrovo veramente tanto in quello che scrivi..e posso dirtelo:la tua spontaneità mi piace davvero molto e il tuo stile di scrittura è veramente piacevole da leggere,oltre che interessante nel contenuto.
Non volevo mettermi a fare la critica letteraria,ma solo dirti che insomma quello che scrivi e come lo fai,mi piace.

kovalski ha detto...

meglio davanti a una birra che senza birra.
sempre per quantunque.
amen.
;-)

.come.fossi.acqua. ha detto...

eva, grazie, apprezzo molto.
anche io leggendoti mi sono resa conto che ci sono molti punti di contatto.

.come.fossi.acqua. ha detto...


k, meglio il vino, ma il chiosco era chiuso, ieri, sicchè... ;-)

kovalski ha detto...

birra. tutta la vita meglio la birra, cfa....

.come.fossi.acqua. ha detto...

K, de gustibus... Per me la birra è un ripiego, lo ammetto...

kovalski ha detto...

naaaaaa
;-)

Bulut ha detto...

Anche io una volta, un'unica volta, ho dovuto fare un'anestesia totale.
Ricordo che in un attimo non sentivo più niente.
Quando l'infermiera mi ha "svegliata" involontariamente per mettermi una crema, non ero ancora totalmente in me, ma mi sentivo bene come non mi ero sentita mai prima di allora.
Poi, qualche ora dopo, la piena coscienza e' tornata.
In mezzo, un buco scurissimo. Non ricordo nulla di nulla.

.come.fossi.acqua. ha detto...


Che strana cosa questo sonno profondo indotto a corpo e mente, vero?
Anche per me è stata la prima volta.
Avevo mille timori.