giovedì 22 ottobre 2015

ASSESTAMENTI LENTI



Al rientro dal week end mi chiede l'amicizia su fb un tale.
Stesso cognome di una che conosco, un paio di passioni rilevanti in comune.
Sono stata in giro, ho conosciuto gente, magari non me lo ricordo.
Gli ho accettato l'amicizia.
E sfogliando la sua bacheca proprio non mi è venuto in mente chi fosse.


Gli ho scritto in privato che l'avevo aggiunto credendo di averlo conosciuto nei giorni precedenti, ma proprio non ricordavo. E ho aggiunto un "chi sei?".


Non mi ha risposto e ho visto che mi ha rimosso dagli amici.


Non è la gente ad essere turbata, sono io.
Sono io la nota stonata, quella che non capisce, quella che ha un modo di fare forse fuori da questi tempi moderni, sotto certi profili.




Alla domanda "stai bene?" di questi giorni ho risposto di si.
Poco convincente, si vede.


Mi sono svegliata ieri con il suono della sveglia nelle orecchie, il cielo plumbeo che filtrava tra le fessure della serranda calata quasi sino a terra, e non ricordavo cosa dovessi fare.
Dove dovessi andare.
Mi sono alzata percorrendo il solito tragitto per la cucina, scalza e infreddolita, per preparare la caffettiera blu.
Mi è sembrato un giorno come tanti, come gli altri, identico agli altri.
Stamattina ho ricalcato il copione allo stesso modo.
Non ricordavo dove dovessi andare, in genere nel letto rifletto sul tragitto da fare e su come incastrare alla perfezione ogni impegno, e ho occupato il tempo della riflessione in un sonno buio e senza pensieri.


Detesto questo tipo di abitudine.
Detesto quello che mi passa per la testa.
Detesto star sveglia e pure dormire.
Non riesco piú a dormire che poche ore ogni notte, non ho tanta voglia di mangiare.
Ieri ho pranzato con del the e dei pasticcini di pasta di mandorla.
Neanche stessi a dieta.
Ho dimenticato la spazzatura nel cofano della macchina, ieri.
Me la sono portata a lavoro.
Insieme alla spesa che ho fatto oggi e non ho fatto in tempo a portare a casa.
Mi devo appiccicare un post it sullo schermo del pc per ricordare un paio di cose.
Ho posticipato un paio di appuntamenti a domani, oggi mi sento stremata.




"Tutto bene?", di nuovo.
E "si, a lavoro procede tutto bene", come se la mia vita coincidesse con il lavoro integralmente.
Il malditesta non mi molla.


C'è qualcosa che sento è radicalmente cambiato, in me, e probabilmente questa è solo una fase di assestamento.


Continuo ad annoiarmi con la gente.
Della gente.
Mi disturba essere fagocitata dai turbamenti degli altri.
Mi indispongono le intromissioni non legittime.
Mi chiedono di organizzare cose a casa, ma io non ho voglia di condividere i miei spazi fisici e mentali con nessuno, ora.


Fatta eccezione per il mio piccolo spazio di pixel liquidi e blu.

2 commenti:

sara-sky ha detto...

asseconda i tuoi istinti, ma ogni tanto forzati un po'. Qualche volta ci prende la pigrizia (e per te è una novità, lo so!) ;)

.come.fossi.acqua. ha detto...


Gli istinti non li posso assecondare tutti ;(