giovedì 8 ottobre 2015

SOTTOLIO E UN SARDO


Metti che queste settimane di lavoro sono state di una ferocia tale che più che vivere stai sopravvivendo.
Metti che in casa non c'è nulla da mangiare, tranne le sfoglie fresche di lasagne, in frigo, che non userò, di questo passo, e acciughe sottolio.
Sgombro affumicato sottolio pure.

E la roba più fresca che c'è è mezza ciabatta alla quinoa rossa di tre giorni fa.
Che io l'adoro, però a quanto pare alle formiche, che in genere assaltano il pane appena mi assento per un giorno intero, fa schifo.

L'ho tostata e ci ho messo su il formaggio e le acciughe.
Il resto l'ho guarnito con lo sgombro.
Il tutto innaffiato da un vino sardo.
Una cena da regina, insomma.

Oggi ho incontrato una persona con cui i rapporti si sono incrinati, da un po', per motivi che non dipendono da me, ma addebitati alla mia persona.
E' una cosa che mi dispiace moltissimo e forse ho l'occasione di sanarli.
Non mi va di fare la sostenuta e la distaccata, anche se ho ragione.
Vorrei che l'equivoco si chiarisse in modo definitivo.

Sono circa tre sere che cerco di finire di vedere "Cast away", ma il rumore del mare mi concilia il sonno in modo fantastico, e svengo dopo una manciata di minuti.
Stasera ci riprovo.

Casetta è sottosopra.
Il caos regna sovrano.

Continuo ad incontrare gente stralunata, al lavoro.
Oggi un tipo che conosco di vista mi guarda entrare dalla porta d'ingresso e dice: "che sogno..."
"Scusi?", dico.
"No, ma che ore sono, ho un sonno...", dice, guardando fisso l'orologio senza più alzare gli occhi dal quadrante.
Erano le 10,00 circa.
Il tipo avrà circa 50 anni, o su di lì.
Sono andata oltre perplessa.
Perchè si comportano così?
In che modo sono io a dare adito a certe situazioni?

Ho perso seriamente le speranze di trovare gente interessante, qui in zona.

Mi domando se arriverà mai il giorno in cui incontrerò qualcuno che sarà importante, nella mia vita, e se abbandonerò il blog, o tornerò a leggere i deliri che vi ho raccolto.
Se li rileggerò con simpatia o con orrore.
A volte mi chiedo se sia sul serio terapeutico per me, esporre tutto quello che mi passa per la mente qui, dove nessuno (o quasi) mi conosce dal vivo.
Perchè si, c'è qualcuno che mi conosce anche dal vivo, e che ogni tanto viene a leggermi.
Non sono così in incognito come vorrei.

Sono quasi del tutto scomparsa da whatsapp e fb.
Ho ricevuto messaggi in cui mi chiedono se sia tutto ok, e a me pare di si.
Ogni giorno medito la fuga, nulla di diverso dal solito.
E sto aspettando che il fondo viaggi portafogli si rimpingui un po' per decidere bene dove andare, prossimamente.

Ho chiesto al dottore se debbo fare qualcosa per i segni dell'intervento.
In realtà sono talmente piccoli e insignificanti che non mi frega granchè che mi resti la cicatrice.
Eccola, la mia sciatteria, in tutta la sua evidenza, il menefreghismo patologico nei confronti di me stessa.
Eppure mi sono lasciata convincere a chiedere dalle amiche che "fai qualcosa sennò ti rimangono i segni", "il mio dermatologo ha detto che dovevo massaggiarli", e "io ci ho messo la crema", "io ho usato delle garze" di non so cosa.

"Non devi fare niente, spariranno nel tempo, rimarranno delle macchioline impercettibili. E poi, anche se dovessero rimanere, sarai bellissima comunque", mi dice il dottore.
Che è un amico, questo non l'ho mai precisato.
Proprio il rapporto che abbiamo mi ha consentito di dargli fiducia per l'intervento.
E a modo suo vuole essere incoraggiante, ma io non ottengo mai una risposta come si deve per i miei interrogativi.
Eviterò di prendere sole almeno fino all'estate prossima.
Però che strazio, davvero.
Non so se ce la faccio.










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