mercoledì 25 novembre 2015

FITZGERALD TI ODIO



Ho cominciato a leggere "Tender is the night" e non ho avuto cuore di terminarlo perchè non sopporto di mettere la parola fine a quella storia.
Mi tormenta leggerla e nel contempo mi cattura e mi avvince.


Ho cominciato a vedere il film "The Great Gatsby", e non voglio vedere come va a finire perché mi strazia.
Perché quella stronzeria nel farsi del male con certi sentimenti mi é propria.
Perché sono un po' una testa di Gatsby, io.


Soffro, presumibilmente, del morbo dell'immedesimazione nei personaggi che Fitzgerald ha creato.
Creature reali, perché hanno le ossa, i tendini, i muscoli contratti e speranzosi.


La vita uno se la immagina come se dovesse recare con sé in modo organizzato e puntuale, gioie, dolori e certezze varie, mentre invece le porta in modo scomposto, ingannevole, intrecciandole inesorabilmente tra di loro, e restituendole sotto forma di ricordi al cui richiamo nostalgico si cerca di resistere in eterno.


Che é poi l'equivalente del tempo che si crede presuntuosamente di avere sino al giorno della morte.


Quando anche il piú importante dei ricordi cadrá.





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