lunedì 14 dicembre 2015

DI IMMEDIATEZZA COMPULSIVA E CAFFÉ



Per dare contezza di quanto sono una sciagurata vittima del mio istinto e della mia sregolatezza, all'occorrenza, riporto l'azione scellerata perpetrata irragionevolmente alla mia povera personcina qualche minuto fa.


Stavo ragionando in silenzio su una questione di lavoro che debbo sciogliere nell'immediato, e mentre spremevo le meningi su un punto fondamentale, mi é venuto in mente di chiamare qualcuno che ne é pratico, per stabilire un confronto.


Ho afferrato il cellulare immersa nelle mie fantasie lavorative e ho chiamato il tipo.


Senza rifletterci, in modo spontaneo.


É un tipo molto carino e molto impegnato di cui ho scritto qui qualche tempo fa.


Dopo appena un principio di squillo mi ha risposto.
Al "t" del "tuuu", insomma.
Gli ho illustrato la faccenda nei termini in cui ci stavo ragionando, e gli ho chiesto cosa farebbe al mio posto.
Mi ha risposto che ne so piú di lui, e che sono brava, volutamente lusinghiero.
L'ho aggiornato a grandi linee sulle questioni basilari che ho studiato e/o individuato per discuterne insieme, e mi ha offerto il suo punto di vista.
L'ho ascoltato, ho applicato il mio correttivo alla sua soluzione, e mi ha dato ragione sul fatto che in questo modo potrebbe andare.
L'ho ringraziato, al solito mi ha detto che é sempre disponibile quando mi occorre qualcosa sul lavoro.


Dopo aver attaccato, mi é arrivato un messaggio.
Di fargli sapere quando passo dalle sue parti, in ogni caso, per un caffé.


Gli ho risposto che a breve vado.


E quindi ci vediamo, di nuovo, con la scusa di un caffé.


Ed io mi sento abbastanza stronza, ma non al punto da tirarmi indietro.