venerdì 8 gennaio 2016

ASSENZIO



Mi ero scocciata di far numero, in mezzo alla folla, nella parte dedicata alla movida scatenata e ai locali talmente gremiti di gente che per bere una cosa abbiamo aspettato mezzora, schiacciati contro il bancone.


Abbiamo dirottato i nostri passi verso un'altra direzione, alla ricerca di un posticino vecchio di almeno cent'anni dove ho letto che servivano assenzio.


Il locale quella sera era chiuso.


Sulla strada abbiamo trovato un altro localino e abbiamo deciso di fermarci a bere qualcosa.


Nulla di che dall'esterno.


Dentro, un microcosmo magnifico, arredamenti vintage, musica dal vivo, socialitá varia ed aggregante.


Ci si é avvicinato un tipo alquanto strano e alquanto alticcio, cercando di attaccare bottone.


Lo hanno raggiunto diversi amici e abbiamo formato una combriccola allegra.


Dopo un paio di ore trascorse al locale e dopo aver conosciuto gli abitanti del microcosmo, siamo partiti alla volta di un altro locale, per passare a salutare un tipo che ci lavorava.


Altro microcosmo singolare.


Uno scozzese, quattro francesi, due argentini, uno spagnolo, due italiani ed io.


Hanno cercato di farmi bere all'inverosimile, mentre li mettevo in guardia sul fatto che ho un'alta tolleranza all'alcol.


"Si, vabbé dai, beviamo!", mi rispondevano.


Sono caduti tutti, uno dopo l'altro, sotto i fumi dell'alcol.


Uno degli argentini é quasi scappato a casa, perché stava crollando.


Lo scozzese divagava ormai con lo sguardo, concentrandolo per due secondi su di me per poi dirottarlo verso l'infinito.


"Perdonami, vado a dormire...", posando il bicchiere sul bancone e salutandomi.


Siamo rimasti io, un argentino che aveva bevuto solo due bicchieri, lo spagnolo che lavorava e i francesi stravaccati sui divani.


"Voglio andare a casa. A momenti é l'alba. Dov'é la metro?, ho chiesto.


"Ti accompagno", si é proposto l'argentino.


Senza girarci troppo intorno, mi ha chiesto se rientravo da sola a casa e se avessi qualcuno che mi aspettava.


"Torno sola, sono sola qui", ho risposto.


"Anche io sono da solo... Allora abbiamo due opzioni: possiamo tornare tu da sola a casa tua ed io da solo nella mia. Oppure tornare insieme..."


"Ti ringrazio, ma voglio tornare da sola", ho risposto.


"Sei fidanzata?", mi ha chiesto.


"Piú o meno", mentendo.


Non mi é venuto in mente un modo piú delicato per opporre un rifiuto.


Non mi interessava trascorrerci l'inizio del giorno insieme.


"Allora buon rientro", mi ha detto, vicino le scale della metro.


"Ci vediamo in giro per la cittá, o per il mondo...", ho risposto.


E dunque il rumore dei miei passi sulle scale della metro ci ha congedati del tutto.









5 commenti:

Bulut ha detto...

:)
Molto bello!

E certi posticini da fuori insignificanti che invece dentro racchiudono microcosmi sono decisamente incredibili!

.come.fossi.acqua. ha detto...



Vero...
La lonely Planet, in questo senso, é favolosa.
Segnala dei posticini magnifici poco battuti dal turismo di massa.
Vale sempre la pena darci un'occhiata e prendere atto dal vivo della realtá delle cose.

sara-sky ha detto...

^_^

Kanachan ha detto...

Per il viaggio a Parigi, non avendo trovato la Lonely Planet in formato piccolo, ho preso la Michelin... non mi è piaciuta affatto! Meglio la Lonely! ;)
(forse anche perchè... ho contribuito pure io a dare suggerimenti per un capitolo!! ;) Mi è capitato lo scrittore in ufficio... gli ho piazzato quei due-tre suggerimenti fuori dai soliti circuiti!!!)

.come.fossi.acqua. ha detto...



Quando non la trovi cartacea prova quella online.
Non é altrettanto completa, ovviamente, ma riporta alcune informazioni salienti e dei luoghi che proprio non si possono mancare!