sabato 27 febbraio 2016
LA CONFUSIONE DEI SOGNI
Certe connessioni vengono a trovarmi la notte, da sempre, quando torno sui luoghi dell'esistenza che poteva essere e non è stata, a visitare appartamenti e piazze di paesi di una geografia immaginaria che si sovrappone a quella reale.
Ho visto la tua schiena distendersi nuda, bianca e splendida, le braccia tese verso il cielo, e così la voce, piegata ad una rappresentazione teatrale che cela la tua reale essenza, tramutandola nello stereotipo cui hai aderito per le tue ragioni.
Mi hai lasciato prendere parte a questa recita come una spettatrice critica, noncurante della mia sensibilità.
La nebbia amplia la distanza sino a spezzare ogni contatto, e la nebbia copre ormai tutti i miei ricordi e le mie sensazioni.
Non ho più il diritto di farci affidamento, su quel che provo, perché non esiste più, si è dissolto come un'aspirina effervescente in un bicchiere scheggiato, da ingerire senza graffiare il labbro, per curare i propri malanni.
E stamattina su whatsapp è comparso un messaggio che non c'entra nulla, o forse si.
Forse c'entra tutto.
Talvolta mi chiedo se sono il fulcro involontario di una rete di connessioni, quelle che ho instaurato sinora.
E del perché abbia scelto la parte più difficile da rappresentare, senza scendere a compromessi con me stessa.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento