venerdì 22 aprile 2016
DI ASSETTI CHE CAMBIANO, FISICITÀ DIROMPENTI E TITOLI CHE NON RICORDO
La somma del tutto fa la sintesi di questa mostruosa giornata di lavoro e delle notizie dell'ultimo secondo.
É tutto rimesso a questa fisicità che incute timore per i motivi piú vari, cui ho dato una sferzata di freschezza con un nuovo taglio di capelli.
Questa messa in piega da brava ragazza mi ha giá abbastanza nauseato, a dire il vero.
E a dirla tutta, la nausea, oggi, discende da ben altro.
Domani faccio un tuffo per lavoro e per piacere in una delle città che mi ha adottato nel corso degli anni, nel cui ventre mi sono tirata su come mai avrei pensato.
"A che ora rientri?"
"Quando i piedi si stancano di camminare..."
Devo svuotare la borsa dell'inutilità di cui l'ho riempita, alleggerirla per il passeggio e per la libertà.
Ho bisogno di svuotare gli occhi di questo grigio, e di riempirli dei ricordi della vita che era, e non sará mai piú, e che resterà, finché campo, parte di questa personalità sconosciuta ed imperscrutabile per i superficiali.
Voglio guardarmi intorno e circumnavigare i miei confini geografici, ché su quelli mentali navigo da tempo in acque extraterritoriali.
Tornare un po' alle origini, che poi sono cambiate, ed io con loro, anche se pulsiamo vive e nostalgiche sotto la stratificazione dei vestiti di circostanza imposti dalla società.
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4 commenti:
mi incuriosisce sapere il nome della città che sa costruire tante aspettative
Napoli.
In tutto il suo casino e il suo splendore.
Napoli ha un ventre immenso che ti accoglie e ti espelle. È caldo, a volte soffocante, ma quando lo lasci sai già che ti mancherà qualcosa che non sai definire. Ottima scelta.
Lo é sempre, quando ci torno ;-)
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