domenica 1 maggio 2016

DI PROSPETTIVE INCONCEPIBILI E ISTINTI



Ho finito le sigarette da giorni, e non le ho ricomprate.
Ieri sera ne ho scroccata una ad un'amica, e lo stimolo di fumare, anche ora, è consistente, ma controllabile.
Sono uscita fuori dal locale a fumare, e ho incrociato qualche sguardo curioso.
Mi era quasi venuta voglia di rimorchiarmi qualcuno, ma sarebbe stato un gioco fine a se stesso, in una serata che avrei preferito passare a casa.

Ho compensato con mezzo litro di birra, ieri sera.
Io nemmeno la adoro la birra.
E non sto nemmeno bevendo molto, a dire il vero.

Non sono uscita spesso, e questo è stato catartico.

Mi sono trincerata nel silenzio, senza dare troppe spiegazioni.

Ho riflettuto su certe prospettive tangibili, ma inconsistenti, al tempo stesso.
Ho riflettuto su quanto sono disposta ad accoglierle nella mia vita, su quanto l'insuperabilità di ogni difficoltà, reale o apparente, sia strettamente legata alla persona per cui, oltre me stessa, valuto di mettermi in gioco.

Attraversare il mondo a nuoto, ad esempio.
Come sfida, nei confronti di me stessa, è concepibile.
Per raggiungere chi?
La variabile umana è decisiva.

E nel numero delle variabili, ce n'è sempre una che emerge con forza.

Sempre la stessa.

Da che ho memoria.

Che peso devo dare, statisticamente, a questa variabile?

E quanto ridimensionano il peso di questa variabile gli istinti quotidiani, quelli che mi indirizzano verso percorsi più consistenti, anche se si incastrano di meno negli ingranaggi della mia esistenza?



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