martedì 10 maggio 2016

I PRIMI SEGNI DEL COSTUME





"Adesso cosa vuoi fare?"


Forse la risposta che si aspettava era un po' piú sobria, di quella che gli ho dato, molto poco tra le righe.


"Vorrei farti vedere i primi segni del costume. Oggi sono stata al mare..."


Questa sorta di liason molto autodistruttiva e senza futuro, ma nel contempo altrettanto stimolante, sta diventando la trasposizione nella realtà delle cavolate peggiori che ci passano per la testa e che pianifichiamo di realizzare insieme.


Il concetto di "sottomissione" sul quale ampiamente e variamente si fantastica lo posso valutare, discutere, concedere, in parte, ma non vado oltre, non diventa il sistema al quale mi piego compiacente, al quale mi lego senza speranza.


Io non sono una donna geisha, e sottomessa e remissiva non lo sono mai stata.


Sono una creatura libera, addomesticabile - fino a un certo punto - secondo le sue proprie regole.


E questa libertà, naturalmente, la sconto in ogni ambito.


E il maledetto lavoro é diventato una scusa che non regge davvero piú, nemmeno per riderci sopra, per vedersi.


E certi luoghi, grigi e anonimi, al momento, sono la scenografia perfetta per certe trasposizioni mentali.


E se non metto un limite a questa libertá che mi concedo con strafottenza, rischio di cacciarmi in guai grossi, che non so davvero se ho voglia di spicciare.




Il pezzo qui sotto l'ho sentito la prima volta, mentre guardavo il video, che mi ha annoiato.


L' ho riascoltato, e di nuovo mi sono distratta, annoiata dal video.


L' ho ascoltato finalmente in radio, mentre guidavo, ed é stata un'altra cosa.


E ieri, di nuovo, mentre facevo il bagno nella vasca vintage, dalla radio nell'altra stanza.


E ho pensato che questi Radiohead non sono quelli di adesso, sono i vecchi.


Questa retromarcia sull'evoluzione, cosa é?


Un deja vu che non comprendo.


Senza la poesia della malinconia.


Non ho ancora stabilito se il mio corpo gradisce o meno questo pezzo, ma lo so assimilando, pian piano entra nel mio tessuto, lo sento familiare, ma di un familiare che non appartiene al tempo odierno, bensí a quello passato.











4 commenti:

Apprendista Nocchiero ha detto...

Non sempre il tempo scorre nel verso giusto ma spesso va bene così, perché noi stessi abbiamo bisogno che si prenda una pausa.

Problemi?

La vita senza problemi sarebbe noiosa, tanto vale procurarsene, no?

.come.fossi.acqua. ha detto...


E questo é decisamente un bel problema, al quale corro incontro, anche oggi, con le forbici in mano.

Apprendista Nocchiero ha detto...

Mi ricordi me da giovane

.come.fossi.acqua. ha detto...


Io mi ricordo me da sempre, invece :)))