lunedì 4 luglio 2016

COME CI FERMÓ LA BUFERA DI NEVE



Avevamo appuntamento in capo al mondo.
Un week end di pseudo lavoro, quale scusa per una fuga estemporanea.
Rimandammo l'acquisto dei biglietti all'ultimo giorno utile, perché era inverno, e l'inverno in capo al mondo nevica forte.
Ricordo ancora il turbamento e l'emozione reciproca.
Pensare di intraprendere un viaggio lungo quanto metá del globo per stare insieme poco piú di una manciata d'ore.

Ci ha fermato una bufera di neve, di quelle che ghiacciano gli aeroporti, e cristallizzano il tempo dei voli in una dimensione di nebbia imperscrutabile.

Sarei partita lo stesso, ero pronta a fare il biglietto mettendo a conto ogni evenienza, ma tu non potevi, perché eri sprofondato in un inverno atroce, nel tuo paese.

Ricordo come inghiottii amaramente quella dannata bufera, quasi in un singhiozzo silenzioso.

E tu facesti in modo di programmare un'altra fuga, in capo al mondo, tuffandoti nel mio.

La tua vita nelle mie mani, dicesti.

Ed era cosí per entrambi.



E poco fa ho visto su instagram una foto scattata in cima al mondo, su un tetto.

La neve adagiata sul cornicione.

La città scintillante di ghiaccio.

Quella dove saremmo dovuti atterrare.


È bello, di te, anche il ricordo di ciò che poteva essere e non è stato.


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