martedì 19 luglio 2016

DI CATTIVO UMORE



Credo si legga.
Non riesco a trattenere il flusso dei pensieri, arriva sin qui, inonda la pagina.
Ieri sera ho visto un amico che mi ha detto una cosa.
Nulla che non mi aspettassi, ma mi è salita un po' di rabbia.

All'alba di un nuovo viaggio, la centesima tabula rasa.

Nulla che meriti di pesare sulla mia giornata.

Nulla che debba rattristarmi.

Eppure lo fa.
Mi pesa e mi rattrista.

Rifletto sui miei atteggiamenti, sul mio carattere.
Non riesco a trovare collegamenti con quel che mi accade, se non nel fatto che non mi tiro indietro, e mi metto alla prova.
Sempre.
E sempre non serve a nulla.
Incontro orde di arroganti cialtroni.
È desolante in un modo che davvero faccio fatica a descrivere.
E si.
Inquina il mio umore, tutto questo.
Mi schiaccia un peso addosso che è un macigno.

E allora rifletto sull'utilità della tabula rasa.
Significa ragionare in termini che non hanno nulla a che vedere con i sentimenti nè con la dignità.
L'utilità.
Applicata ai rapporti umani.
A me vengono i conati.

È utile fare questa tabula rasa?

Questo l'interrogativo che non ho ancora definito in modo netto.

2 commenti:

kovalski ha detto...

dipende. da cosa cerchi.
se l'utilità.
o il tuo benessere.

.come.fossi.acqua. ha detto...




a volte l'utilità è correlata ad un certo tipo di benessere.
l'impossibilità di scindere in modo netto le due cose incide sulla facoltà di scelta, mio malgrado.