martedì 16 agosto 2016

IN CAMERA DI DECOMPRESSIONE



Ho lavorato, mentre ero in vacanza.
Non potevo fare diversamente.
Sono riuscita solo in parte a staccare la mente dai problemi.
Mi hanno accompagnato buona parte del tempo.

La mia amica mi ha suggerito un po' di meditazione, ma è una cosa che credo non faccia per me.
A volte mi domando se il movimento e l'adrenalinana che mi determinano il lavoro ed i problemi non siano un carburante del quale non riesco, in fondo, a fare a meno.

Non ho voglia di vedere e parlare con nessuno, da che sono rientrata.
Non ho voglia di uscire.
Mi pesa stare qui come se non me ne fossi mai allontanata.

Sono irrequieta e incontentabile, questa la sintesi del mio grosso difetto.

"Hai presente il mare magnifico che abbiamo visto?"
"Beh?"
"Adesso snobbiamo bellamente quello che, pur essendo azzurro e limpido, non è paragonabile a quello visto in precedenza.
Eppure non ha nulla che non va.
È bello, ma di meno.
Questo significa avere aspettative troppo alte, ed essere, di fondo, incontentabili"

E quindi, anche se ho il mare a due passi, oggi preferisco ancora i muri di casa.

Non mi sento ancora pronta a tornare ufficialmente qui.