domenica 18 settembre 2016

E DI SABATO SERA INCONCLUDENTI



Ho passato mezza giornata al mare, a ristabilire i miei equilibri psicofisici, e ho raggiunto a nuoto una spiaggetta nascosta, che si forma solo quando c'è bassa marea, e un pregresso moto ondoso l'abbia abbondantemente rimpinguata.

Mi é sembrato di stare su un'isola deserta, le rocce ricoperte di vegetazione alle spalle, la spuma bianca delle onde davanti agli occhi, e strisce di blu e smeraldo che si intrecciavano all'altezza dell'orizzonte.

La spiaggia era soda e compatta, come sempre, dopo gli acquazzoni.

È la spiaggia di un primo bacio, di tanti anni fa.

Ho ripreso la bici per tornare a casa prima che venisse a piovere, ma poi non ha piovuto, e mi sarei trattenuta di più, ma ormai avevo invitato degli amici a pranzo.


Di mille luoghi dove andare, ieri sera, la scelta obbligata si è ridotta, al solito, ad una.
Perchè poteva piovere, questa la scusa.
Sono arrivata nel parcheggio ed era talmente pieno che mi è sembrato strano non avessero parcheggiato pure sugli alberi.
Mentre aspettavo che un auto uscisse dal parcheggio, mi si è accostato un tale in una gran bella auto.
"Ciao!"
Ho pensato mi avesse scambiato per qualcun'altra, e ho strizzato gli occhi per metterlo a fuoco.
"Non ti ricordi di me, vero? Sono Tizio!"
Tizio mi ha agganciato su fb, tempo fa, e mi ha estorto un caffè.
Un bel ragazzo, di buona famiglia, con un'ottima posizione, un ottimo lavoro, la casa già pronta per trasferircisi con una moglie a caso e cominciare a prolificare perchè s'è fatta 'na certa.
Ho cercato di essere quanto più carina possibile nel chiedergli di scansarsi che sennò mi fregavano il parcheggio per cui stavo aspettando.

Ho raggiunto gli altri al locale, il tempo di prendere da bere e ha cominciato a piovere.

C'era un addio al nubilato, con la solita promessa sposa con il velo bianco in testa, il corteo di amiche schiamazzanti, fiumi d'alcol e un malcapitato che è stato spogliato.

L'entusiasmo e le grida ci hanno letteralmente travolti, qualche tavolo più in là.

Mentre appuntavano una cosa a penna sulla schiena del tipo denudato, ho proposto di segnargli, per gioco, il numero di un nostro amico.

Mi hanno presentato un tipo che non mi ha tolto gli occhi di dosso da che è arrivato al locale.
Sono stata invitata a dichiarare le mie intenzioni dalla amica in comune ("cosa ne pensi? Ti piace? Ti può interessare? È un bell'uomo, è single..."), e mi sono sottratta dicendo che non mi attrae, non mi interessa.

Nemmeno lo conosco, cosa dovrei dire?

Dovevamo andare da un'altra parte, ma a causa della pioggia, abbiamo trovato chiuso.

Ho deciso di rientrare a casa.

Intrattenermi in strada, davvero, mi è sembrato insopportabile.

Stasera, come ieri, qualcuno opporrà problemi a spostarsi per via del maltempo.

E no, non è un problema che si può aggirare cambiando compagnia.

È una malattia di cui soffrono tutti.















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