sabato 3 settembre 2016

"MIO MARITO"



Fino all'altro giorno eri la protagonista assoluta della tua vita da single, ti dedicavi al lavoro, ai tuoi interessi, avevi un'opinione su tutto.

Oggi che sei sposata, ogni frase comincia con "mio marito".

Un uomo che fa cose, dice cose, pensa cose, e vive la sua vita, in funzione della quale vivi la tua.

Poi arrivano i figli.

E le frasi che hanno per soggetto "mio marito" si alternano, sempre di più, a quelle con soggetto "mio figlio".


Superata una certa età, puoi essere stata un'artista, aver vissuto all'estero, aver viaggiato ovunque aprendo i tuoi orizzonti, avere esplorato i confini della sessualità, fino al punto da intraprendere relazioni con ambo i sessi, ma devi rientrare in te, trovarti un uomo e prolificare.

Questo è il retaggio culturale insopprimibile di parecchie donne, ancora.

E se una campagna per la fertilità - che è stata fatta coincidere con il messaggio indirizzato per lo più alle donne "spicciati a far figli, chè il tempo passa!" - ha attecchito in questi termini, nel nostro paese, è perchè fa leva su una mentalità che nel 2016 è ancora difficile estirpare.


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