lunedì 3 ottobre 2016

ALL'UNIVERSITÀ



Ho cominciato a seguire un corso all'università, per conseguire una qualifica ulteriore da spendere sul lavoro.
Il prezzo irrisorio è stato determinante.

Il settore - estremamente specifico - mi interessa, ma non è dato sapere esattamente se si svilupperà e in che termini, nel prossimo futuro.

È una scommessa ponderata, la mia, alla cui realizzazione posso in parte contribuire.

Sicuramente un impulso fondamentale è dato da quanto si riesce a spingere sul ricorso agli strumenti validi (sulla carta) che offre.

Dalle prime lezioni emerge il significativo distacco tra il mondo accademico e quello del lavoro.

L'impostazione teorica e poco pratica di chi è preposto all'insegnamento è palese.

Se da un lato può ritenersi che venga stimolato il ragionamento, dall'altro non può non sostenersi che venga indirizzato in modo dispersivo sulla riflessione in ambiti fuori dalla realtà.


Al punto informazioni dell'università:
"Mi scusi, dove si tiene il corso X?"
"No, guarda... (non so cosa)"
"Mi scusi?"
"Ah, ma lei non è una studentessa!"

Eh no.
Questi 10/15 anni de meno ce li avessi pure de capoccia...
Così giovane fuori e così poco giovane dentro.
Il mio sogno proibito è comprarmi un documento di identità che attesti la cittadinanza di un paese in una localitá esotica e contempli un abbattimento sull'età di almeno 15 anni.
Ripartire da ventenne, con l'esperienza di oggi, si può.
Dubito, però, di mettermi a fare la narcotrafficante e guadagnarmi questa possibilità.

Magari verso i 90 anni, quando sarò diversamente perseguibile se comincio a delinquere, ci penso...


1 commento:

sara-sky ha detto...

siamo la somma delle esperienze fatte...e non rinuncerei al mio bagaglio x qualche segno in meno