martedì 20 dicembre 2016

ANTIPASTI FRUGALI E PRANZI DAI MIEI


Dopo una mattinata di lavoro sono approdata dai miei per pranzo.
In cucina, ho visto la pentola sul fuoco.
"Ma', che fai per pranzo?", scoperchiando, tra i vapori e i profumi, la sacra pentola del sugo.
"Polenta. Però devo andare prima a prendere tuo padre, che è rimasto a piedi con la macchina", ha risposto, infilando la porta sulle scale.
Ho tagliato una fettina di pane, e l'ho ricoperta di sugo.
Per assaggiare, mica altro.
Una volta assaggiato, ho ritenuto di dovermi convincere con un secondo assaggio.
Alla quarta fetta di pane, ho deciso di smettere, perché a me la polenta piace, e rovinarmi l'appetito non mi sembrava il caso.
Mi sono seduta, ho acceso la tv sul canale delle notizie mondiali a rotazione, e ho visto una busta, sul ripiano, piena di mandorle sgusciate.
Probabilmente mia madre vorrà farci un dolce...
Ho dimezzato la busta di mandorle prima di rendermi conto dell'accaduto.
Sto riflettendo se dare la colpa a mio nonno o a mio padre, nel frattempo ho nascosto la busta nel mobile per evitare di dare giustificazioni mentre mangio la polenta, e dissimulare così l'arco temporale nel quale inserire la commissione del fatto per risalire al colpevole.

Sono ancora qui, seduta su una seggiola affamata, al freddo e al gelo, in attesa che i miei genitori tornino e si metta a preparare la polenta.

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