martedì 24 gennaio 2017

PROMESSE CHE NON SI POSSONO FARE



Perchè, se tradotte in parole, si vanificherebbero.

Resto fedele alla mia regola, quella delle promesse non fatte, ma mantenute.

Resto fedele al mondo degli affetti senza nome, e senza categoria.

Cosa essere e cosa non essere, e quanto sia una scelta quell'essere che implica essere presenti a se stessi e ad altri.

Più o meno questi i termini esistenziali che perimetrano il problema, tra i problemi.




8 commenti:

Bulut ha detto...

Resto fedele alla mia regola, quella delle promesse non fatte, ma mantenute.

Ed è una cosa bellissima questa che hai scritto...

giulia ha detto...

Non ho mai promesso niente, ma mi sono sempre sentita responsabile delle mie scelte e delle mie decisioni, questo fortissimo senso di responsabilità mi ha portata ad essere troppo intransigente nei miei confronti, troppo dura e a pretendere "sempre" di essere giusta.
Sai cosa ne ho ricavato? Niente perché alla fine ho sempre pagato io ... gli altri declinano le loro colpe e io che mi sono annullata per essere giusta sono ... comunque sbagliata.
Ho capito che certe relazioni sono solo tossiche ed è meglio uscirne il prima possibile altrimenti rischi di rimanere nelle sabbie mobili a vita. E' dura ... ma una notte dura quanto deve durare poi arriva il giorno ... saluti Giulia

ps. vai oltre ...

.come.fossi.acqua. ha detto...


Bulut, le mie strampalate costanti... ;-)

.come.fossi.acqua. ha detto...


Giulia, questo senso della giustizia ci accomuna.
Nei medesimi termini "autolesionistici".
C'è una punta di veleno in ogni relazione, di sale nel dolce, di male in ogni bene sconfinato.
È una questione di equilibri sostenibili.
E di trovarli.
Ed è quanto di più prossimo alla perfezione, sebbene concettualmente rassomigli al suo opposto.

giulia ha detto...

... esatto ... bello, ma triste e dannoso.

Ps. Mi sono fatta una cultura in merito ai disturbi di personalità,ma ho finalmente capito e dato un nome a quanto classificavo per "difficile", "ambiguo", "strano" ... era solo una personalità narcisistico-paranoide ... purtroppo sconoscevo queste malattie ... ora so che ho avuto a che fare con questa persona che probabilmente soffriva ... difficile capirlo, non si vede ad occhio nudo, difficile farsene una ragione, non si metabolizza mai fino in fondo che si tratti davvero di malattia ... insomma questa è.
Mi sono sentita per un decennio sbagliata ... ma ora so che non ero io quella fuori posto.
Quando arrivi "all'autolesionismo" cioè ti metti sempre tu in discussione hai la conferma di quanta malvagità/patologia regoli il mondo degli altri. Tu sei la "perfezione" io ero la "perfezione", ma non basta mai ... alcuni uomini più che fare innamorare fanno ammalare ...
vado oltre ... vai oltre ....

.come.fossi.acqua. ha detto...


Hai colto con estrema precisione qualcosa che non ho minimamente menzionato.
Sono presente a me stessa, anche se a volte vacillo.
Non so se voglio andare oltre.
Mi sto trattenendo.
Ho delle ragioni.
Quando e se queste ragioni si esauriranno, andrò oltre.

giulia ha detto...

io ero allega, socievole, cordiale, impegnata nel lavoro, ricca di amici ... poi sono diventata permalosa, abitudinaria nel lavoro, poco incline alla socialità e cosa più triste ... mi ero isolata da tutti.
Non capivo cosa mi stesse succedendo.Guardavo la vita con il suo filtro.
Dicono che io sia molto carina eppure alla fine della storia che mi ha devastata non avevo più autostima, annullata, annichilita ... non avevo capito in tempo di cosa si trattasse. Pensavo che le tecniche manipolatorie fossero una invenzione di psicologi e invece devo ammettere che davvero io ero una emerita ignorante in materia.
Neanche io sapevo se andare oltre, c'è voluto un anno intero per capire e avere la lucidità di dire che avevo riposto fiducia, troppa in una persona ... grande errore. Non volevo andare oltre, l'immagine che si era formata dentro di me era talmente forte che nessuna ragione permetteva il suo offuscarsi.
Poi ... leggendo sui disturbi di personalità ... il quadro è stato decisamente molto più chiaro e preciso.
L'amore non è il possesso dell'altro, non c'è controllo, non ci sono squilibri ... si è alla pari, se si sbaglia si chiede scusa ed esiste il perdono. Quelli severamente disturbati però non sanno niente di tutto ciò e parlare con questi è assolutamente inutile, non potrebbero, per incapacità patologica, chiarire niente. Il loro DNA funziona cosi. Allora diventa tutto impossibile, il dialogo, il volersi bene, l'amarsi il vivere normale, la libertà, tutto vive su livelli diversi ... interlocutori impossibili.
Io lavoro su me stessa e voglio perdonarmi, vivere bene e andare avanti ... questi personaggi credo siano destinati all'infelicità.
Artefici dei loro disastri.

ps. ho imparato ad accorgermi immediatamente dei tratti distintivi di chi mi circonda... non banalizzo più ... i rigiratori di frittata facciano pure la loro vita lontano da me ...

ps.2 Penso anche, modestamente, di essere migliorata esteticamente e socialmente ho ripreso la mia vita normale ... una soddisfazione impagabile!

.come.fossi.acqua. ha detto...


Giulia, hai percorso una strada difficile, ma ne sei uscita.
La mia ha dei punti di contatto, ma è diversa.
E complicata, pure, da pressioni esterne.

C'è questa tenacia a fare da contraltare a tutto questo.
E non ho mai smesso di volermi bene.
Almeno questo.