mercoledì 1 marzo 2017

IL VIAGGIO PER IL MATRIMONIO



Telefonata da numero sconosciuto.

"Pronto?"
"Pronto c.f.a.! Come stai? Da quanto tempo!"
"Ehm... Scusa, ma non ho il tuo numero... Chi sei?"
"Sono (nome)"
"Chi?"

Ho pensato, nell'ordine, che potesse essere l'elettricista, ma che motiva aveva di chiamarmi?
Forse il meccanico, che però mi pare si chiami diversamente.
Un compagno di scuola?
Qualcuno che mi chiama per lavoro?

"Sono (nome e cognome)"
"Scusami, ma in questo momento non riesco a ricordarmi di te"
"L'amico di X!"

Ho due cari amici, che hanno lo stesso nome, uno al paesello, l'altro in città.

"Sono (nome e soprannome)"

Lì ho realizzato chi fosse.
Se l'ho visto dieci volte in totale è oro che cola, e l'ultima volta risale a un anno fa.

"X mi ha detto di sentirti per organizzarci per il matrimonio, magari potremmo andare insieme, conosco solo te..."

X - l'amico in comune - si sposa e ci ha invitati al matrimonio, in una regione un po' lontanuccia.

"Guarda, non so ancora se vado da sola o in compagnia...", il che è vero, ma anche se dovessi andare da sola non mi dispiacerebbe farmi il viaggio in solitaria.

"Ah, ok, allora magari posso aggregarmi, così andiamo comunque insieme", come fosse naturale e superabile il concetto di terzo incomodo.

In realtà la forma di terzo incomodo la assumerebbe anche in relazione al viaggio che intraprenderei da sola con me stessa.

"Va bene, dai, poi ci organizziamo, c'è tempo", ho risposto.

Mi domando sempre se tutto questo garbo incentiva gente come lui a pensare di potersi aprire un varco dove sorge una montagna di puro e impenetrabile diamante.


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