venerdì 24 marzo 2017

UN VASO VUOTO


Che era vuoto, in realtà.
E non lo è più.

E' arrivato con la colazione in tarda mattinata.
Ed una rosa.
Con tanto di bigliettino.

Un gesto di altri tempi, cui non sono davvero più abituata.

Nemmeno la fioraia, che gli ha detto esplicitamente che la specialità del gesto richiedeva una composizione adeguata e più laboriosa.

Aveva notato un piccolo vaso per i fiori in cucina, vuoto, sul mobile, e ha pensato bene di riempirlo, perchè "non va bene che tu tenga un vaso per i fiori vuoto, in casa".

Mi ha chiesto di non leggere il biglietto prima che fosse andato via.

Non sono riuscita a non contravvenire alla richiesta.

E mi ha chiesto perchè piangessi, e l'ho abbracciato senza rispondergli.

Perchè a queste attenzioni è sul serio da tanto tempo che non sono abituatata, e non ho saputo trattenere la commozione.

"Non stai piangendo, vero?"
La scusa dell'allergia non l'ha bevuta.

Nessuno può avere certezza della durata delle relazioni nè stabilirla da principio.
L'unica cosa di cui ho cerctezza è che quando ho smesso di accontentarmi della compagnia di cialtroni camuffati da uomini, ho saputo riconoscere la differenza tra lui e gli altri.