mercoledì 10 maggio 2017

LO STUDIO REGOLARE


Non scrivo per ovvie ragioni di spazio e di tempo.
Ho le dita che reggono matite ed evidenziatori.
Tempero le punte quando si arrotondano per solcare meglio il mare dei fogli che ho davanti.
Non studiavo così intensamente da qualche anno.
Da quando ho preso uno degli ultimi titoli di studio all'università, insomma.

Ho i libri di Musso e Bauman (ed altri vari ed eventuali che ho comprato al negozio dell'usato per una manciata di euro) che attendono lettura sul comodino al bordo del letto, che si è riempito di smog e polline nel giro di qualche giorno.

Ho fatto qualche lavatrice, lavato i piatti, esaurito quasi del tutto le scorte di viveri (salvo acciughe e capperi, due zucchine, le patate e le uova).

Ho ridotto ai minimi termini i rapporti sociali con famiglia, amici, amore: quando si studia è così, non sono ammesse eccezioni, a meno che non ne vada della propria salute mentale.

Difatti oggi ho fatto un'eccezione e ho proposto a lui di fare due panini con crudo e mozzarella all'alimentari e di mangiarli sugli scogli al mare (la dimensione provinciale, in questo, lo ammetto, mi pare imbattibile in termini di qualità della vita).

Sono tornata a studiare con più grinta: lo iodio è portentoso!

E l'azzurro e lo smeraldo del mare, pure.

E questi abbracci pure, cui dopo tanti mesi ancora non credo siano reali, come se a cingermi fosse una nuvola densa di calore e non un corpo nel quale mi adagio.

Siamo passati a prendere un caffè e la barista - che lui ricordava particolarmente cordiale quando era andato da solo - ha assunto un atteggiamento scocciato e ostile, guardando lui quasi con rabbia.

E me con disprezzo.

Mi piacerebbe scrivere che si tratta di suggestioni mie personali, ma la verità è che il tempo che passo con lui in mezzo alla gente è fatto principalmente di occhiate di donne che lo sbranano, e atteggiamenti provocatori o sprezzanti nei miei confronti, che sto al suo fianco.

"Cosa diamine hanno le donne qui?", mi chiede nelle circostanze più sfacciate o esilaranti.
"Possibile che siano così agguerrite, che non le fermi nemmeno il fatto che tu mi sia vicina?", si sorprende ogni volta.

Eppure la barista con i capelli tinti e piastrati alla perfezione, con quelle unghie di plastica lunghe colorate di arancione fosforescente, ha guardato per davvero la mia figura con aria sprezzante, e lui, quasi a dire "perché lei e non io!".

Come se il suo essere artificiale in modo stucchevole fosse più gradevole della mia naturalezza priva di sovrastrutture.

Non a tutti piace la plastica.


Arrivati sotto casa sua, abbiamo visto il cane della vicina da solo, fuori dal cancello chiuso, visibilmente intimorito.

"Pronto, ciao, sono il vicino...", ha telefonato, mettendo il vivavoce.
La risposta piena di entusiasmo ci ha travolti.
"Volevo avvertirti che c'è il tuo cane fuori il cancello, sembra spaventato"
"Ah", pieno di tangibile delusione.
"Vabbè, pure l'altro cane sarà fuori, che non lo trovo..."

La vicina, sposata con figli, quando vado a casa di lui sta per tutto il tempo affacciata verso l'ingresso, monitorando i miei spostamenti.

L'interesse morboso per la vita d'altri è qualcosa che davvero non si può immaginare se non si vive sulla propria pelle.

E magari è davvero tanto tempo che non frequento qualcuno per mesi, ma tutto questo medievale disappunto di altre donne che vivono per accaparrarsi un uomo a tutti i costi, mi pare davvero insostenibile.

A maggior ragione che si traduce in approcci diretti a lui e atteggiamenti sgradevoli nei miei confronti.











4 commenti:

Bulut ha detto...

Sai che davvero è una dimensione medioevale??? Che pare proprio che queste tizie non abbiano altro da pensare che accaparrarsi l'uomo di un'altra...

A parte le mie vicende personali di donna sposata, a me non resta nemmeno il tempo di concupire uomini altrui e pianificare strategie... assolutamente quella è la priorità di chi non ha altro da fare e ha qualcuno che lo mantiene.

Che tristezza poi vedere questa sorta di rivalità becera tra donne. Io forse sono poco competitiva sul lato affettivo, nel senso che se uno è insieme ad un'altra non mi viene da andargli dietro e corteggiarlo... dentro di me lo considero "preso" e il massimo che posso pensare è "ma guarda che bel ragazzo!"
Ma forse (mi viene da pensare) è proprio la dimensione provinciale: una gran parte di donne si adagia nel proprio ruolo, ha molto tempo libero che riempie con queste abitudini decisamente fuori luogo invece di dedicarle a qualcos'altro di più "prezioso" per se stesse e per gli altri (che ne so... un hobby, un'attività di aiuto/supporto/organizzazione, interessi culturali, lettura, studio...).

Che fatica deve essere sopportare certi atteggiamenti altrui...

Buono studio! :)
(e che invidia (bonaria!) per il panino col crudo sugli scogli...)

.come.fossi.acqua. ha detto...


Bulut, ci sono incontri che capitano, anche con uomini già impegnati, che danno adito, che partecipano attivamente alla conoscenza.

E poi ci sono donne che con prepotenza certe cose le fanno capitare.

Quelle che approcciano con un'aggressività ingiustificata ogni uomo che capita a tiro, non importa se già impegnato, se in compagnia di un'altra donna, o visibilmente interessato.

A questa devoluzione ha probabilmente contribuito l'incapacità generalizzata di troppi uomini (parlo della mia zona, il problema è tangibile) di instaurare relazioni con le donne, o anche solo di approcciarle.

Questo certamente non giustifica certi atteggiamenti, che restano beceri e medievali, al netto della tristezza che queste donnine suscitano.

sara-sky ha detto...

ma che tristezza questa gente...davvero :(

.come.fossi.acqua. ha detto...



Sara, e quante ne stanno capitando.
Io resto senza parole.
Mi sembra di essere sprofondata nel medioevo.