martedì 26 dicembre 2017

CIÒ CHE È SACRO



La porta della chiesa che porta il mio nome si è chiusa lenta alle mie spalle, avviluppando nel silenzio i canti allegri ed il vociare indistinto provenienti dalla strada.


Mi sono soffermata sulla stella in marmo policromo distesa sul pavimento, che accompagna il passo al centro della chiesa, e ho percorso le due punte opposte volgendo lo sguardo verso l'altare.




Credevo di non avere molti punti di riferimento, in questa dimensione che ritenevo estranea, e invece mi appartiene, come suppongo a chiunque altro vi presti un minimo di attenzione e di cura.


Sarà che l'ho, il più delle volte, trascurata, se non proprio rifuggita.


Sarà che sono un po' ottusa, che non vedo ciò che ad altri è evidente, notando altro che forse esiste solo nella mia immaginazione.


Sarà che ho voluto pulire il mio punto di vista, proteggendolo dai condizionamenti superflui, riducendolo ad un mero percepire, scevro da retaggi di sorta, con l'intento, per me nobile, di capire.


E questo percepire, nutrito di sensazioni, mi ha riportato al punto primo di partenza, con una consapevolezza diversa, che profuma di scelta e comprensione.


E non è fede, perché non posso dire lo sia.


Perché non lo é.


É appartenenza, ancora una volta, alle radici che mi tengono ancorata ai non luoghi che pure abito.






Questi luoghi fisici, invece, apparentemente immutati, hanno del tutto cambiato fisionomia, e non mi sembrano più gli stessi della città che mi ha accolto.


Mi é parso di non riconoscere l'ampiezza delle mura in pietra, mi sono sentita un'estranea di passaggio.


Sono distante, anche quando percorro il cuore pulsante dell'angolo di mondo in cui tanto ho vissuto.


Mi appartiene tutto, ancora, nella memoria, in una dimensione stravolta dai cambiamenti che, come un consistente magma, si sono stratificati e solidificati, seppellendo intatto tutto ciò che é restato sotto.


Tutto ciò che era, che ero, oggi è pietrificato, cristallizzato dal fuoco, e mi pare quasi di non riuscire a prestarvi troppa attenzione, per non sottrarla alla vita viva che é qui e adesso, e non altrove nello spazio e nel tempo, dove non sarà mai.







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