mercoledì 17 gennaio 2018

CT


Alzo gli occhi, e mi rendo conto di quanto gli oggetti che ho intorno, che colorano graziosamente l'atmosfera grigia, composta di carta e d'ansia, siano ormai gli stessi da quasi vent'anni.

La prova tangibile di quanto sia stata influenzata positivamente da un sistema che non é il mio, ha la forma di una matita, e di una tazza, dalla quale bevo un the caldo alla mela e alla cannella.

Ho paura di non farcela.
Ce l'ho sempre.
Stavolta navigo nell'impossibile, e mi pare già un miracolo essere arrivata sin qui.

Qualunque alternativa dovrà attendere ancora un po' per essere pianificata.

Studio.

Devo.

Poi si vedrà, continuo a ripetermi.

Mi fa male la schiena, mi sto curvando sui libri.

Mi fa male la testa, ma devo tenerla dritta sul collo.

Gli occhi aperti.

La matita scorre rapida e traccia percorsi su strade conosciute.

Ho paura sia tutto vano.

Ho paura di essermi prodigata per nulla, per cosa, poi?





2 commenti:

sara-sky ha detto...

Accettare una sfida non è MAI vano. È sempre un'occasione utilissima ;*

.come.fossi.acqua. ha detto...


Scoprirò a breve se non é stato solo un buco nell'acqua...