domenica 25 febbraio 2018

TROPPO ZUCCHERO IN QUESTO CAFFÈ


La macchinetta del caffè che sibila sul fuoco alle undici del mattino, la spazzatura che tracima dal secchio, qualcuno che reclama da mangiare con estrema dolcezza.

Ho messo mezzo cucchiaino di zucchero nella tazzina, e ho girato e portato alla bocca il nettare nero e amaro come il fiele.
Ho preso la zuccheriera e l'ho quasi capovolta nella piccola tazzina per addolcire un altro po' il caffè.
Lo zucchero scuro si é sparso in granelli e zolle sulla tavola, e se non lo pulisco diventerà banchetto per formiche.
Talvolta faccio disastri come una sciocca, senza pensare.

Ho ancora una forte debolezza, sono spossata, ai minimi termini.
Ieri sera non ho finito di cenare, mi sono sentita male.

E mi sono scocciata di stare male, ma gli sforzi degli ultimi mesi mi hanno prosciugata, e non posso farci nulla.

É stata la contropartita necessaria.

Stamattina sveglia all'alba per andare in stazione.
Ancora treni e aerei e poi di nuovo treni, in ogni direzione.
Il viaggio connoterà presente e futuro, e questa ormai é l'unica certezza, in un mare di incertezze che attendono di essere definite.
Quando?
Non si sa.
Dove?
Nemmeno.
Da sola o entrambi?
Nemmeno questo si sa.
Chi versa nell'incertezza più assoluta sono solo io.

Debbo recuperare un po' di terreno perso.
E organizzarmi.
E non riesco ad organizzarmi mentre debbo occuparmi di cose che mi distolgono o mi tolgono energie.
Non riesco, mentre sto male fisicamente.
Non riesco mentre attendo di conoscere l'esito del percorso intrapreso appena qualche mese fa.
L'incredibile percorso che mi ha portata sin qui.
E che non si sa ancora se, quando e dove mi porterà nel prossimo futuro.


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