mercoledì 21 marzo 2018

CHIUDERE LE PORTE


Mi guardo intorno, e mi sento scintilla tra la cenere.
Le dinamiche svelate, quando non sfacciatamente esibite, al lavoro, mi danno il disgusto.
Solo la speranza di un distacco da questa placenta, per nascere in una nuova vita, mi consente di respirare.
Io qui non c'entro nulla.

Ho chiuso del lavoro che mi trascinavo sul groppone mio malgrado da tempo.

Un'altra porticina é chiusa, dietro le mie spalle, insieme ad altre che non mi interessa piu varcare.

Mi avevano aggiunto ad un inutile gruppo su WhatsApp.
Milioni di notifiche ed emoticon e domande e risposte di estranei con cui non mi interessa scambiare nemmeno l'aria che respiro.
Sono uscita e l'ho rimosso senza troppe spiegazioni.

Per chi mi ha conosciuto in certe fasi della vita, questo modo di fare é compatibile con il mio carattere.
Per chi mi ha conosciuto in piena attività sociale, invece, deve sembrare strano.

C'é la neve come quando ero bambina.
Proprio allora.
C'é la neve, ancora, ed è una nuova fase che comincia.
Migliore di quelle prima.


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