venerdì 16 marzo 2018
NELLA STANZA, DI VENERDI' SERA
C'è del lavoro arretrato non ancora smaltito.
Ci sono un paio di candele profumate accese nella loro casina di vetro e metallo.
C'è il mio riflesso mancante negli specchi.
E un esserino soffice e quieto che prima di fare il richiamo del vaccino, oggi, si è sfrenato a casa dei nonni, ed ora dorme rannicchiato vicino a me.
C'è un luogo, sul quale non so se fare affidamento per spenderci energie a fantasticare.
C'è il vassoio di legno sul letto, con sopra una birretta, ed un piatto con formaggio con pane raffermo, marmellata di mandarinetti giapponesi e pesto di radicchio, e una bisteccona di salmone che ho messo a scongelare.
Mi ha chiamato mia madre per chiedermi di andare a cena da loro, ma non mi va.
Questa piccola fiammella di solitudine che arde nella stanza mi scalda e mi trattiene qui.
E' l'ultima volta che siamo separati?
Chi lo sa.
L'ultima in paesi diversi, probabilmente.
Mi hanno chiesto di partecipare alla scrittura di un volume corale, e ho accettato entusiasticamente.
Mi sembra di assorbire questo silenzio, accompagnato dalle note della musica che suona, e di trasformarlo in nuova energia.
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