lunedì 9 luglio 2018

UNA PORZIONE DI CIELO


Il terrazzino é la stanza che abito di piú in questa casa.
Affaccia su una porzione di cielo nero a forma di trapezio, dove brillano tre stelle, allineate come punte di un triangolo equilatero ideale, con la punta rivolta verso l'alto.
C'é una libellula che sbatacchia le ali avvicinandosi impunemente alla luce.
Una dimensione corale, cui sembra partecipare l'universo, e che si riduce inevitabilmente alla piccola unità che animo.

Mi soffermo poco nei giorni, faccio loro estrema opposizione.

Cerco di svuotare la mente per far spazio al nuovo, ma il vecchio la sovraffolla di continuo.

L'adattamento é anche questo.

Un brainstorming irruento che riduce in sintesi tutto ció che é stato e non sarà più.

Mai piú.

Ma che c'é stato e per ció solo continua a significare qualcosa.

Il futuro, anche quando porta oltre e altrove, e offre prospettive, non ha mai la capacità di estinguere il passato.
O di dare un senso al presente, senza un po' snaturarlo.


1 commento:

Anonimo ha detto...

“Quali nuovi stendardi mi levi incontro dai pennoni delle torri di città non ancora fondate? Quali fumi di devastazioni dai castelli e dai giardini che amavo? Quali impreviste età dell’oro prepari, tu malpadroneggiato, tu foriero di tesori pagati a caro prezzo, tu mio regno da conquistare, futuro ...” (Italo Calvino - Il cavaliere inesistente)