Oggi è uno di quei giorni in cui rientro da lavoro piena di emozioni.
E a scriverne mi tradirei, e tradirei la responsabilità cui sono devota.
Eppure questo strascico di emozione vorrei rammentarlo appuntandolo qui, che io sola sappia, che io sola possa attingere a questo piccolo frammento di memoria, quale testimone indiretta della storia e del sopruso.
Di case che sono esistite, e che, andate distrutte, sono risorte sulle proprie macerie.
Di mobilio vandalizzato e della pelle del divano martoriata dai coltelli.
Di terribili soprusi perpetrati ad armi impari.
Della rabbia che sopraffà il dolore e ciononostante non riesce a tramutarsi in sciocca vendetta.
Delle armi impari, così impari che fa rabbia, e una rabbia che non riesce comunque a tramutarsi in desiderio di vendetta, reclamando invece giustizia.
Ho un groviglio di sentimenti che emerge dalla memoria della giornata, e mi sento grata di avere avuto l'occasione di attingere a piene mani dalla storia, invece di leggerla su carta stampata.
Sono una persona privilegiata.
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