sabato 5 ottobre 2019

DUE TAZZINE DI CAFFÈ


Ci sono giorni di lontananza obbligata, che obbligano ad abitudini solitarie.

Mangiar soli è una di queste.

Una delle peggiori.

Si sta al telefono, buona parte del tempo, e diventa un'altra abitudine quella di dirsi "pronto" invece che "ciao".

Si è ripreso a studiare entrambi per cercare di progredire ulteriormente, e questo comporta sacrifici ulteriori sotto ogni punto di vista.


Stamattina abbiamo trascorso il momento della colazione in videochiamata, ed io, che non sono di quelle molto accorte in tal senso, avevo i capelli ancora arruffati dal sonno e dagli incubi (ho sognato che mi derubavano, nella città orribile dove lavoro, e che mi angosciavo per il tempo da perdere per andare a far denunzia e bloccare le carte).

"- ... Senti, ho versato il caffè in due tazzine.
- come? 
- ho messo lo zucchero in una delle due tazzine, per te, ho versato il caffè e ho girato anche il cucchiaino prima di rendermi conto che non c'eri, fisicamente..." 

Mi sono messa a ridere di gusto.

Prepararsi il caffè è una delle forme in cui si traducono certi sentimenti.

E non so che darei per poter fare ogni mattina la colazione a casa con chi desidero, invece di svegliarmi in un luogo estraneo, incrociando gente altrettanto estranea, che non solletica nemmeno la curiosità di scambiarci più di due parole di cortesia o per educazione.




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