venerdì 14 febbraio 2020

"PAPÀ, QUANTO È LONTANA L'AMERICA?"


"Zitta e nuota".

Lui si diverte a dirmi così, ogni volta che intraprendo un'impresa impossibile, e lo tengo aggiornato su ogni minima notizia e su come organizzo il mio tempo e lo studio.

Ed io mi ci immagino per davvero tra le onde che nuoto come una disperata, ogni volta.


Quante imprese impossibili ho avviato e concluso, finora?

Più d'una.

E questa, questa qui, di impresa, andrà in porto o resterà in alto mare?

C'ho un'ansia stratosferica, stasera.

Il tempo stringe.




2 commenti:

sara-sky ha detto...

affoga l'ansia e continua a nuotare. Hai portato a termine altre battaglie, riuscirai a portare a termine anche questa

.come.fossi.acqua. ha detto...


Lo so...
Se casco, oggi, casco in piedi, comunque vada, ed è già diverso rispetto al passato, in cui mi giocavo tutto (e se perdevo, perdevo tanto e dovevo ricominciare da zero o poco più).

La stanchezza di oggi però non è minimamente paragonabile a quella dei 20 e 30 anni.

Gli anni bruciati in cui chi aveva lo sponsor è arrivato per tempo e in cui invece chi come me doveva guadagnarsi la pagnotta, ha dovuto lavorare sodo e arrivare sempre seconda, posticipando la propria esistenza,ormai sono andati.

Ed erano gli anni migliori, che vivo come se mi avessero rubato.


Rifletto spesso sulla tardività di alcuni risultati.
L'iniquità dell'intera faccenda mi pesa sul groppone come mai.