domenica 8 maggio 2022

LE SUOLE DELLE SCARPE

 

Sto camminando tanto, tantissimo.

Per sciogliere le ultime tensioni e gli ultimi nodi, approfittando dell'istinto esplorativo primordiale che spinge il passo alla riscoperta di questa città.

Suole di scarpe messe alla prova di chilometri, lungo vicoli, fontane, vetrine e palazzi d'epoca.

Arterie in cui scorre, attutito, il suono vibrante della vita, che palpita ed esplode rumoroso nelle piazze gremite di turisti e di gente che si intrattiene mentre va e viene da lavoro, o si ritrova con i propri amici.

La ciclicità degli eventi personali, e dei luoghi in cui si sviluppano, rispecchia microscopicamente - o almeno così mi pare - quanto accade a livello storico nelle dinamiche globali del mondo.


Sono di nuovo qui, nello stesso luogo di tanti anni fa, e diversi anni fa, ancora, in una fase diversa della vita, e con un nuovo lavoro.

Un lavoro nelle mie corde, in assonanza perfetta con gli studi e le esperienze professionali fatti finora.

Al punto che ancora - davvero - non ci credo.

"Te lo meriti", mi dicono le persone che ho accanto. E, come un merito acquisito tardivamente, accolgo questo piccolo traguardo.

In una città che ritrovo più bella di prima, fiera e pronta a risollevarsi, nonostante gli ultimi colpi di coda della pandemia e l'evidente crisi economica.



All'uscita da lavoro, mi concedo di tanto in tanto un po' di shopping in centro.

Non perdo tempo a rispondere ai commessi che non sono una straniera in vacanza, interagendo in inglese.

Sono una turista al pari degli altri, quando esco da lavoro, in fondo.



Rispondo ai sorrisi con gli occhi e con le labbra, per strada e a lavoro.

Torno a sorridere, esteriormente più che interiormente.

Non ancora un sorriso pieno, comunque, come quello che mi é stato strappato via.


Mi sono a lungo soffermata - e mi soffermo tuttora - con il pensiero sul male ricevuto.

Su quanto sia stato gratuito e di una genuina cattiveria.

E su quanto nulla e nessuno possano rendermi quello di cui sono stata deprivata, nel profondo.

Dentro di me gorgogliano sentimenti negativi che non ho mai provato nella mia vita.

Che vorrei allontanare, perché non mi appartengono, ma che si sono ormai sedimentati.

E continuo a costruire e vivere, per seppellire tutto questo e renderlo polvere.

E dimenticarmene, come non fosse mai accaduto.












2 commenti:

Io! ha detto...

Congratulazioni per il nuovo lavoro :)

Anche io cammino ma mai quanto vorrei... ultimamente, per i boschi vicino a casa.

Tu auguro che tutti i sedimenti negativi prima o poi vengano "spazzati" altrove. Secondo me è possibile.

Un abbraccio, e ancora brava :)
(Bulut)

.come.fossi.acqua. ha detto...


Bulut.. grazie.
É solo un piccolo passo, ne devo fare altri ancora più grandi.

Ho sentito così spesso dire, e dirmi, che a un certo punto va bene così, che bisogna fermarsi.


Spero di continuare a progredire finché questa mia testa caparbia mi accompagna.

Spero di continuare ad ascoltare con chiarezza ciò che sussurra l'istinto, perché non sbaglia mai.



Tutto ciò che si é "sedimentato", purtroppo, resta.

E posso andare oltre, sono già oltre, ma non posso dimenticare né far finta che certe cose non siano accadute.