martedì 10 luglio 2018

L'AFFANNO



L'affanno mi tiene un po' in piedi.
Si alterna alla stanchezza che contrasto con la caffeina di bevande varie ed eventuali.
Che poi, quel che temo maggiormente, é 
d'annoiarmi.
Che non mi piaccia più ciò che faccio, di rimanere intrappolata in una dimensione stretta e alienante.
A osservare il mondo dal forellino inciso su un pezzo di carta scarabocchiata.
Indagare la natura umana, mentre si é occupati apparentemente a far altro.
Indagare se stessi, mentre si indugia sul prossimo, che ha le medesime esigenze, e percorsi più o meno egualmente travagliati.

Sento forte la responsabilità di ciò che faccio.





lunedì 9 luglio 2018

UNA PORZIONE DI CIELO


Il terrazzino é la stanza che abito di piú in questa casa.
Affaccia su una porzione di cielo nero a forma di trapezio, dove brillano tre stelle, allineate come punte di un triangolo equilatero ideale, con la punta rivolta verso l'alto.
C'é una libellula che sbatacchia le ali avvicinandosi impunemente alla luce.
Una dimensione corale, cui sembra partecipare l'universo, e che si riduce inevitabilmente alla piccola unità che animo.

Mi soffermo poco nei giorni, faccio loro estrema opposizione.

Cerco di svuotare la mente per far spazio al nuovo, ma il vecchio la sovraffolla di continuo.

L'adattamento é anche questo.

Un brainstorming irruento che riduce in sintesi tutto ció che é stato e non sarà più.

Mai piú.

Ma che c'é stato e per ció solo continua a significare qualcosa.

Il futuro, anche quando porta oltre e altrove, e offre prospettive, non ha mai la capacità di estinguere il passato.
O di dare un senso al presente, senza un po' snaturarlo.