lunedì 20 aprile 2020

PANE CASERECCIO, OLIO BUONO E PARMIGIANO


La mia cena, insieme a due uova sode.

Non so spiegare la soddisfazione che provo in questo tipo di cena frugale.

Mi ricorda le cene dei miei nonni, in campagna, di quelle che chiudevano giornate sempre intense.

Mi ricorda bei ricordi in generale.

Di pane raffermo come base per assaggiare l'olio di casa.

Di case sorte lontane nel tempo, quando le luci erano distanti all'orizzonte, e pian piano si sono avvicinate, come onde del mare verso la riva, testimoni di un'urbanizzazione noncurante della natura circostante.

Sto bevendo un sangiovese laziale terribile...
Mentre finisco di intingere il pane ed il parmigiano nell'olio, ascolto la mia radio preferita.

Mi sento serena.

Oggi ho sentito mio padre, che dice che c'ha 'sta figlia a metà strada tra un'eroina romantica dello strum und drang e la protagonista combattuta dai sentimenti di un romanzo di Jane Austen.

Papà, invece, è buono come la mollica del parmigiano.
Come l' olio buono, che pizzica un pochino in gola, ma scende che è una meraviglia, e si sposa con tutto.


Riflettevo sul fatto che da vecchia, se mi tingo bionda, e mi faccio quel taglio di capelli, somiglierò abbastanza a Iggy Pop.
Stesso sorriso sghembo.
Stessa fisicità.
O quasi.

Un peloso dorme sulla sedia di fianco alla mia, ascoltatore appassionato della radio serale.
L'altro si sta rotolando già da un'oretta sotto le coperte.

La lucina che accendo in cucina per cenare non ci acceca e concilia la riflessione prima che morfeo venga ad abbracciarci.

Finisco di ascoltare la mia musica e comincio a ripiegare i pensieri, come tovaglie consunte da mettere via, indecisa se buttarle via o conservarle per altri usi.


domenica 19 aprile 2020

L'UNICA CHE (O TRA I POCHI CHE)...


... è andato tutto più o meno bene fino ad oggi, ma oggi non va bene.

... non hanno fatto pane, pizza, ha mangiato il giusto ed è pure dimagrita.

... continuano a guardare avanti, nonostante tutto, e non vogliono essere pessimisti e non vogliono cedere a ciò che di male ancora la vita può riservare, ma pensare solo alle strade attraverso le quali troveranno piena realizzazione le proprie aspirazioni come essere umano.

... non si scattano selfies dalla mattina alla sera, non sono innamorati della propria immagine, non usano costantemente la propria foto ritoccata e ammiccante su tutti i social.

... non si sono mai iscritti su pagine o app per rimorchiare.

... sono stati roccia solida ed incrollabile, anche sotto i colpi peggiori.

... conoscono il senso del sacrificio e della responsabilità, sono in grado di privarsi di ciò che non è necessario e di impegnarsi per raggiungere nuove mete.

... ti prendono per mano e non ti mollano, e ti sostengono, sul ciglio di un burrone, in cima a una montagna, nelle rapide, sotto una tempesta di fulmini, in mare aperto, durante un naufragio.


Oggi è una giornata di quelle in cui riavvolgerei il nastro della mia vita, ma so che è solo una via fuga immaginaria, che tutto è andato come doveva andare.

E che tutto può ancora accadere, e non per forza essere brutto, e nero, e negativo, e mortificante e annichilente.










sabato 18 aprile 2020

DUE GIORNI FATICOSI


E per fortuna, oggi, si sono conclusi.

Mi sento esausta.
Soprattutto fisicamente.
Mentalmente ho difficoltà a spegnermi, come sempre.
Ho messo una spinacina congelata in padella, stasera, e l'ho impiattata con mozzarella e spinacini freschi che coltivo sul balcone.
C'è questa natura rigogliosa che vive e cresce attorno a me e mi rinfresca la vista e il palato, durante le giornate.
Ho recuperato dallo sgabuzzino uno spruzzino color menta, estremamente ergonomico, che presi anni fa per le piante, e al mattino, mentre preparo il caffè, vaporizzo l'acqua sulle foglie verdi, sui fiori e sui frutti che maturano, e mi sembra di essere in una foresta tropicale.

Si sentiva il profumo inebriante del fico invadere la soglia di uno dei baconi, stasera.

Mi mancherà, quando rientrerò a lavoro.
Mi mancherà anche assaporare il cibo nella mia cucina, sul tavolo di legno che ho restaurato con le mie mani, e che pure devo risistemare, perché il piano si è graffiato, in alcuni punti.

Tutto mi mancherà di questa quarantena dorata e solitaria.

Più di tutto mi mancherà la ritrovata c.f.a., sepolta sotto la cenere, ma ancora ardente.







giovedì 16 aprile 2020

PER TALEA


Nell'ultima settimana soprattutto, tutto ciò che ho sui balconi è divenuto oggetto di ricerca su google, seguito dalla dicitura "per talea".

Ho ripiantato quasi tutto ciò che ho!

Anche se sono abbastanza orientata, a un certo punto, a riempire i balconi quasi esclusivamente di piante di fico, perché sono bellissime, con quelle foglie verdi, e profumano d'estate sulle isole, di quel profumo che ti accompagna per certe discese verso il profondo blu.


Anche oggi non mi sono risparmiata, ma ho sempre un delirio di cose da fare.

Sono sfinita...

Sono persino riuscita - finalmente! - a fare un poco di spesa.

Ho messo la cena in forno: degli asparagi coltivati, la cui parte finale è finita in un vasetto con la terra nella speranza che prendano per talea.

C'è questo bel pezzo di parmigiano che taglio, nel frattempo, per accompagnare l'attesa, e che si scioglie come burro tra la lingua e il palato.

Da che sono rientrata a casa, assaporo fino all'ultima briciola di ciò che mangio.

E mangio quanto basta, senza esagerazioni, ciò che il corpo desidera.

Non tocco sigarette da tempo immemore, ma la cosa formidabile è che non mi è mai venuta voglia di accendermene una, da che sto qui.

La fragranza del limone messo a macerare a fette nell'acqua, nella brocca di ceramica, ha talmente coinvolto il mio gusto, e si sposa meravigliosamente con tutto, al punto che lo preferisco al vino e alla birra, a tavola.

E quindi anche gli alcolici, in questa clausura, non mi mancano.

Mi sembra il procinto di una vita ascetica.


Sarebbe un bel regalo restare in smart working anche quando tutto l'allarme per il coronavirus rientrerà.

mercoledì 15 aprile 2020

E MAGGIO SARÀ IL MESE IN CUI TUTTO CAMBIÒ


O magari no.
Però stasera mi ha sopraffatta questa sensazione, d'improvviso.

Ritorneremo alla vita, ma in modo diverso.
Con modalità diverse, per qualcuno decisamente più sostenibili, per altri meno.
Ci ritorneremo anche con una bella fetta di rinunce, per qualcuno accettabili, per altri assolutamente no.

Se non fossi rimasta a casa, queste settimane, non avrei potuto avviare e concludere buona parte dei piccoli progetti che aspettavano da tempo di essere realizzati.

E che aspettano comunque di essere conclusi.

Ogni giorno ho aggiunto un pezzo, dove prima mi cadeva l'occhio e quel pezzo mancava.
Ed io provavo fastidio.
Ecco, adesso provo un'intima soddisfazione invece del fastidio.
Mi sento alleggerita di tanti minuscoli pensieri fastidiosi che adesso non ci son più.

Da che son qui, ho debellato a più riprese la cocciniglia e liberato il limone caviale, che da qualche giorno si è riempito di foglioline e fiori.

Il fico che ho preso al mare ha riempito il vaso, ed è una meraviglia a guardarsi.

L'altro fico mantiene con tenacia i suoi frutti sui rami, in attesa che maturino.

Non so quante piante ho messo per talea, e quante già hanno preso.

Non essendoci vivai e fiorai aperti, nelle prime settimane, mi sono arrangiata con ciò che avevo in casa.

I miei balconi somigliano sempre più a giardini fioriti.

I pelosi mi regalano attimi di incantevole gioia.
Che poi, questi attimi sono talmente tanti che riempiono i giorni e le notti ed io, ancora oggi, in questo silenzio e in questa solitudine, non riesco a sentirmi mai sola.

Ho fatto talmente tante volte le scale di casa, oggi, e spostato e travasato piante, e pulito e messo in ordine una minima parte del caos che ho ancora intorno, che non mi sento più le gambe!

Sono sul divano, la lampada nell'angolo accesa, e una candelina accanto al balcone, che danza nel buio, che scrivo di questa giornata volata, e del cielo che si è colorato d'azzurro e d'oro sul mare blu oltremare all'orizzonte.

Che certe volte sembra di potercisi tuffare dentro da qui.

Ché avere una finestra sul mare è come averla sull'infinito.










lunedì 13 aprile 2020

DA NESSUNA PARTE


Ci sono situazioni che non portano da nessuna parte.
E nessuna parte, mi domando, è adesso dove sto?
No, dove sto non è nessuna parte.
Dove sto è l'origine di mille destinazioni.
Così è sempre stato.

E così, lo so per certo, sarà sempre.

sabato 11 aprile 2020

FINESTRA E BALCONE


E dunque, dopo la finestra riparata, stuccata e laccata di luce, è arrivato il turno di uno dei balconi e della ringhiera (che però ho solo ripreso in alcuni punti).

Che bello questo bianco, è una boccata di ossigeno!

Che meraviglia poter fare questi lavori, in questo periodo!

Ho una piccola scatola piena di stucchi e pittura che debbo consumare prima di ritornare fisicamente a lavoro.

Ho steso mentalmente una lista dei lavori da approntare in casa, e disegnato una piccola pianta per un altro piccolo progetto, che debbo realizzare a breve, perché per l'estate deve essere pronto.
Anzi, molto prima.

Devo procedere con ordine, e senza ammazzarmi di fatica, mi ripeto.
Me lo sto imponendo.
Però che meraviglia vedere casa che cambia forma sotto le mie mani.
Vedere esplodere la luce, respirare, sfruttare gli spazi come piace a me.

Ho le spalle a pezzi, non sento più le gambe.
Come al solito, non mi sono risparmiata, e me lo ricordo solo dopo che non ho più sedici anni.

Ho acceso il mio incenso preferito (il penultimo bastoncino...) per stemperare l'odore di pittura in salotto.

Adesso metto in forno la cena, faccio una doccia e mi rimetto a studiare.



venerdì 10 aprile 2020

IL LIBRO DELL'UNIVERSITÀ


L'ho ordinato online e mi è arrivato in tempi record.
È lo stesso testo che ho usato all'università, nella ultimissima versione, però.
Il mio ha compiuto vent'anni.

L'ho preso con la copertina rigida, costava qualcosa di più, ma per mero feticismo ho voluto concedermi questo piccolo lusso.

E lo sto sfogliando ora, con una certa emozione, ritrovando l'impostazione su cui ho forgiato la mia.
Mi ritrovo.
Ed è meraviglioso ritrovarsi tra le pagine di un libro.

Anche se è un libro da studiare.


giovedì 9 aprile 2020

LA CERVICALE E' UNA BRUTTA COSA


E' l'età.
Il fatto di stare chiusi in casa, pure.
E di stare spesso al cellulare.
Soprattutto a letto, la sera, o appena svegli al mattino.
E il fatto di stare sui libri o a far lavori vari ed eventuali in casa

Ho provato a guardare film e telefilm, ma salvo rarissime eccezioni, non c'è nulla che mi appassioni o che mi incentivi a trascorrere del tempo davanti allo schermo in questi termini.
Non riesco ad appassionarmi a Netflix e nemmeno a pagine similari.

Ascolto la radio, tanto la musica quanto le notizie, al mattino, quando faccio colazione, e a pranzo e a cena.
Quasi sempre ormai su un unico canale, che è radio2.
Il mio preferito da anni, ormai, e mi sembra giusto scriverne, perchè per me è una compagnia elettiva sia quando viaggio che a casa.

Non ho la tv, per scelta, e da quando ho scelto così (anni orsono) non mi è mai mancata.
Non mi manca nemmeno ora.

Ho reinstallato instagram, dopo averla rimossa mesi fa per mancanza di spazio sul cellulare (e quanto spazio toglie alla vita la mancanza di memoria sul cellulare, pure?): per me è l'equivalente di un flusso continuo di stimoli di ogni sorta, e mi rendo conto che mi assorbe completamente, al punto che mi serve tempo per rielaborare sotto forma di progetti da realizzare buona parte di ciò che vedo.

Ci sono cose che si sono accumulate e stratificate nel tempo, qui, e che chi non vive una vita a distanza fa fatica a pensare possibile.
Ho scartato diversi indumenti che non indosso più e non indosserò mai più: c'erano cose che mi portavo dietro dall'adolescenza negli anni Novanta, anche se è incredibile da credere.
Ho sempre la stessa taglia, da allora, e a certi maglioni di lana ero particolarmente legata.
Così come ad alcuni vestiti che davvero non mi capiterà di indossare più e per cui mi pare giunta l'ora per separarmene.

Mi sembra di cominciare solo adesso a vivere questa casa che ho messo su, pezzettino a pezzettino, giorno dopo giorno, e dalla quale sono costretta a star lontana.
E le piccole abitudini che sto prendendo, ecco, cerco di non affezionarmici troppo, perchè a breve potrei doverle di nuovo lasciare.
In questo momento avevo bisogno di questo ossigeno, anche se mi arriva attraverso una maschera, quella che questo coronavirus ha applicato alle nostre esistenze.
Mi piace svegliarmi al mattino nel mio letto e godere della luce naturale che filtra dalla finestra, mi piace sentire i versetti dei miei pelosi che si risvegliano con me e con cui faccio colazione, mi piace uscire fuori ai balconi, e guardare le piante che crescono, ed il cielo e il mare.

E adesso ascolto la mia musica e godo della quiete di questa piacevole serata.
Fa fresco ancora, per essere aprile, ma si sente in lontananza il profumo dell'estate arrivare dal mare.










lunedì 6 aprile 2020

ALLA FRANCESE


Ho tagliato un po' i capelli, davanti allo specchio.
Nulla di eccessivo, ma stanno bene, sono molto naturali.
Poco importa la piccola imperfezione e sbavatura che l'occhio esperto può ravvisare nel mio nuovo taglio.

Ho questi capelli da bambina, lucidi e sottili, con qualche riflesso naturale (non li tingo da anni), che restano un po' mossi quando si asciugano naturalmente.

E così li porto buona parte del tempo.

Alla francese.



Quanto durerà ancora questo isolamento dorato?

La mia unica dannazione è non poter condividere questa quotidianità insperata con chi amo, ma di necessità virtù, si suol dire.

Le mie giornate trascorrono velocissime, ma le consumo in modo utile e soddisfacente.

A parte lo smart working, leggo, dipingo, suono, scrivo, ascolto musica, studio, faccio lavori di fai da te più o meno impegnativi, curo le piante sui balconi, e avvio piccoli progetti.

Il tempo, in realtà, non mi basta mai.



sabato 4 aprile 2020

UNA LAMPADINA E UNA CANDELA


Studio, a rilento, ma con tenacia.
Sono a pagina 205, e il traguardo è pagina 209.

Ho la mia lampada da studio sulla scrivania, una candelina accesa vicino al balcone, che mi piace tanto guardare da qui dove son seduta.

Fa un po' freddo, e non ho legna per il camino.

E accendere i termosifoni non mi scalda nello stesso modo.

Oggi è stata una giornata insolitamente calda, primaverile.
Ho aperto i balconi e piantato spinaci e rucola, travasato delle piante, spostandone altre.
Ho tolto dei rametti dall'albero di fico e li ho messi in piccoli vasi, sperando che prendano per talea.
La pianta "madre" la raccolsi a mare, e prese proprio da un rametto messo nella terra.

È passata tutta l'aria del mondo da un capo all'altro della casa, oggi, ripulendo ogni spazio dall'aria vecchia e consumata dai respiri.

Studio, e queste tre pagine e mezzo mi sembrano alte come le montagne.

Più faticose da scalare, però.






venerdì 3 aprile 2020

IN QUESTO SILENZIO


Questo meraviglioso venerdì sera ho acceso la lampada tonda nel salotto, nell'angolo a destra della sala, e anche un paio di candele sul camino.
Una l'ho accesa e messa in un porta candele di vetro appeso ad un cordoncino di spago di fianco al balcone.

Ho chiuso i libri, lo studio continuerà domani, con calma.

Ho chiuso i pensieri negativi in una scatola di robusto cartone, che in questo momento non voglio aprire.
E così nei prossimi giorni.

Sono sul divano, il pc sulle gambe incrociate, la strada silenziosa sotto il balcone, la stanza illuminata in modo intimo e discreto.
Ho aperto un vino rosso, mangio bocconcini di mozzarella.

Sono così distante dalla vita in cui sono precipitata da un paio di anni.
Una vita che mi prosciuga.
Che mi annichilisce, talvolta.
Cui non faccio altro che opporre resistenza, affinchè non mi trascini nei suoi gorghi putridi.

Mi sento rinascere giorno dopo giorno.
Mi affaccio alla finestra e godo del mare e del cielo che lo contrasta, da lontano.
Sento la mia consapevolezza, il mio estro, le mie passioni che riemergono con vivacità.


Vorrei trattenermi in questo attimo ancora per un bel po' prima del rientro.


mercoledì 1 aprile 2020

QUALCOSA DI CUI ESSERE GRATA


Questo tempo per me stessa è un regalo inaspettato, qualcosa di prezioso, cui non sono più abituata.

C'è anche molto stress, molte incertezze, molto disagio, ma cerco di cogliere il lato positivo.

Il lusso di tornare a casa la sera, dal lavoro, di viverla, di cucinare e guardare le piante crescere e portar frutti, e di viversi senza viaggiare, è qualcosa che per molto tempo mi sarà negato.

In questo breve lasso di tempo che recupero le mie cose e i mie spazi, e riaccendo lampade spente accantonate in angoli di casa non calpestati da molto, ci sono delle piccole cose di cui sono grata.

La prima è il peperoncino sottolio piccante di mia madre.
È delizioso e unico.
Mi dà dipendenza.
Ci annegherei dentro a quel vasetto gigante pieno di peperoncini colorati e olio d'oliva buono.
Sta bene con lo spaghettino semplice, con la pasta con le vongole o i frutti di mare, persino con l'insalata di riso.
Sulla bruschetta di pane raffermo casereccio è la fine del mondo.

A proposito di olio buono, da quando è cominciata questa storia dello stare a casa, ne ho bevuto almeno un paio di litri, tra cucina e condimento a crudo.
L'abbiamo fatto pochi mesi fa, e  avevo le scorte per un anno.
Forse durerà un altro paio di mesi, se continuo così.

Anche oggi ho qualcosa di cui son grata.
Forse qualcosa di più che qualcosa.
Sicuro più di qualcosa.

Poco importa che sia sola, in questa cucina, con i pelosi che si rammaricano perché mi attardo a studiare invece di andare a letto, o che si allarmano se scendo a buttare la spazzatura e mi aspettano straziati vicino la porta con gli occhi lucidi.

Mi sa che dovranno fare terapia, quando tornerò a lavoro...
E pure io.

Quanto è rassicurante sentire il loro peso sopra le coperte, quando mi metto nel letto a dormire...

Mi sembra di essere protetta, accudita.

Mai sola.

Mai.

E mi viene da far spallucce e da sorridere.

È bello stare a casa così.